News 1 minuto 07 novembre 2019

Piacenza: Cerimonia e gran galà de la guida MICHELIN 2020

«La cucina è una forma arte ed in questo senso l’Italia ha un numero tale di artisti e ambasciatori da essere fonte d’ispirazione per il mondo intero». Le parole di Gwendall Poullennec

Le parole di Gwendall Poullennec – Direttore de le guide MICHELIN Internazionali – anticipano di qualche attimo la lista di vincitori e vinti dell’edizione 2020 svoltasi nel settecentesco Teatro Municipale di Piacenza. Uno dei più belli della penisola secondo Stendhal e luogo citato da Hemingway nel romanzo Addio alle armi del 1929.
Un trionfo di fregi d’oro, cristalli e soffitti affrescati ad enfatizzare il legame tra alta cucina, beni-culturali e l’emozionalità della cerimonia. La sala è come sempre gremita di addetti ai lavori, istituzioni e sogni di una vita che si apprestano a diventare realtà. Al netto delle sottrazioni tuttavia, il trend della ristorazione italiana è «numero di stelle è in aumento ed una scena food mai cosi vibrante ad innescare emulazioni positive». Le parole di Poullennec si riferiscono ad un movimento unico nel suo genere per diversità, processi creativi ed eccezionali prodotti equamente distribuiti su tutto il paese. Con i suoi 33 Bib-Gourmand (nessuna regione come lei) l’Emilia è uno degli esempi più illustri di tale patrimonio a sua volta elevato dalla prossimità con preziose opere ed architetture. Elementi ad accrescere, anche nell’inconscio, il piacere di usanze gastronomiche dalle origini secolari: «Ospitare un evento di tale prestigio e significato è una straordinaria opportunità per la città e la food valley - dice la Sindaca Patrizia Barbieri - oggi tutto il mondo è qui a Piacenza». Ma ben più della visibilità e dell’indotto (stimato a 100 milioni di euro), l’obbiettivo di ogni guida MICHELIN è cercare nuove stelle, Bib Gourmand e piatti attraverso criteri uniformi ed universalmente rispettati grazie alla formazione degli ispettori. Altrettanto importante nella filosofia editoriale della guida rossa, è parlare chiaramente al pubblico senza mai mettere pressione agli chef.
Si passa alle nuove stelle; chiamate una ad una sul palco con chiassose ovazioni e applausi senza sosta. Il numero complessivo è 30. A cui si aggiungono gli inediti bi-stellati La Madernassa di Michelangelo Mammoliti e Glam Enrico Bartolini con cucina firmata da Donato Ascani. Ed è qui che ancora una volta la MICHELIN spiazza e stupisce i presenti (incluso il diretto interessato) annunciando l’exploit del MUDEC di Bartolini; che diventa l’undicesimo tri-stellato italiano. Parzialmente esaurito l’effetto sorpresa, il clima del Teatro Municipale si fa più disteso tra un senso di sollievo diffuso e ritratti di felicità che solo i grandi riconoscimenti possono dipingere sul volto.
Le celebrazioni per la sessantacinquesima edizione de la guida MICHELIN Italia proseguono alla Galleria Ricci Oddi in cui vengono servite specialità della tradizione piacentina accanto a splendide opere di arte moderna. Tra i tavoli passeggiano illustri personalità della cucina italiana come Uliassi e Heinz Beck, la famiglia Cerea e Floriano Pellegrino. Quest’ultimi saranno protagonisti delle deliziose proposte gourmand al party serale MICHELIN presso Volumnia. I grandi spazi e l’inestimabile patrimonio artistico dell’ex Chiesa di Sant’Agostino, rappresentano il prestigioso epilogo di una giornata carica di aspettative, sentimenti ed ovviamente deliziose intuizioni culinarie. Come i signatures di Bros' (ricotta forte e ricci di mare; seppia e coniglio) ed il commovente musetto di maiale preparato dall’impeccabile staff del tri-stellato ristorante Da Vittorio a Brusaporto. Ad allietare i palati vegetariani ci sono gli gnocchi ripieni di caprino di Pietro Leeman (Joia di Milano) mentre i calici di Brunello di Montalcino ed i flute di Veuve Clicquot, accompagnano ogni momento del gran galà sotto ad una monumentale navata sorretta dall’altrettanto maestoso colonnato.


Se hai perso la diretta della conferenza stampa, puoi rivederla qui.

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