News 2 minuti 24 luglio 2024

L’ispettore Michelin compie 70 anni!!!

Con l’edizione 2025 che ci apprestiamo a terminare, le 70 candeline spente dalla Guida MICHELIN sono opera del lavoro meticoloso dei tanti ispettori, italiani e internazionali, che si sono avvicendati in lungo e in largo per il Bel Paese.

Il lavoro dell’ispettore è fatto di ricerca, passione, imprevisti… Diciamo che uno degli elementi imprescindibili è che non ci si annoia mai, tra metodi per mantenere l’anonimato, tecniche di reperimento di informazioni utili e qualche momento di piacevole relax in qualche parte sperduta del Paese.

Vogliamo dunque condividere con voi come è evoluto il lavoro dell’ispettore nel corso dei decenni, sperando di cogliere il vostro interesse e, magari, scoprire qualche curiosità.
L’informatica che entra a gamba tesa nell’operatività a metà degli Anni 90 ha velocizzato e cambiato l’attività, regalando maggiore efficienza all’operato su strada. A maggior ragione, in questo excursus storico è dunque interessante partire dal “C’era una volta”.

Buona lettura.

Inserto Guida MICHELIN Italia © Michelin
Inserto Guida MICHELIN Italia © Michelin

L’assunzione arrivava dopo un’inserzione in qualche giornale nazionale, dopodiché c’erano i vari test, psicoattitudinali oltre che di lingue e con prove tavola. Vista la maggiore internazionalizzazione, ora le lingue sono imprescindibili, ma elementi che non sono mai cambiati nel tempo sono tanta discrezione e un’etica impeccabile. E la curiosità? Beh, questo è un prerequisito!

La formazione era − ed è ancora − su strada, con colleghi più esperti, fino a che il palato e l’occhio per i dettagli non è sufficientemente affinato per poter viaggiare in autonomia. Le prime settimane ci si toglie qualche sfizio, poi si diventa sempre più tecnici e si selezionano i piatti più difficili, le ricette più stagionali, i prodotti che interessano per verificare le cotture…

Uno dei grandi benefit dell’ispettore è di avere avuto in concessione un’auto aziendale sin dal primo giorno di lavoro, e questo elemento è una costante. Soprattutto negli Anni 60, 70 e 80, l’ispettore partiva anche per un mese intero, ritornando al proprio domicilio nel week end, a volte, per poi riprendere il viaggio il lunedì successivo. Si è girato per decenni con cartine, annotandosi in blu gli alberghi da visitare e in rosso i ristoranti da testare, formulando un itinerario coerente ed efficiente in termini di trasferimenti e costi. Ovviamente tutto in contanti, portafoglio carico di vecchie Lire dunque.

La mattina le prime visite di alberghi, poi il pranzo, ancora qualche visita nel pomeriggio e infine la cena. Ogni visita e ogni pasto richiedono una descrizione dell’esperienza in base ai nostri criteri, che sono gli stessi da sempre. Ai tempi ci si presentava dopo i pasti, una pratica che ormai è cessata per essere ancora più anonimi nell’operatività e rendere i nostri test il più vicino possibile all’esperienza di tutti gli altri clienti.

Bibendum a tavola © Michelin
Bibendum a tavola © Michelin

E siamo all’arrivo del digitale… L’inizio fu appunto a metà degli Anni 90, quando gli ispettori furono dotati dei primi geolocalizzatori: era l’inizio di ViaMICHELIN e anche noi dovevamo fare la nostra parte, forse non ancora performanti al punto giusto, ma senz’altro precursori.

Arrivano anche i primi programmi per la gestione dei dossier, per arrivare al quadro odierno in cui tutto è tracciato e disponibile online in qualsiasi momento… ma estremamente secretato. Un ispettore oggi in Italia potrebbe partire il giorno dopo per una trasferta urgente in Asia ed avere tutte le informazioni necessarie per pianificare velocemente il proprio viaggio… una vera rivoluzione! Stessa cosa per i trasferimenti con i vari navigatori, grazie ai quali non è più necessario segnarsi il kilometro esatto in cui svoltare per trovare un determinato “poggio” nel mezzo della campagna Toscana oppure nelle Murgie…

E siamo arrivati al 2024. Gli ispettori girano il mondo e i momenti di formazione non mancano mai, con webinar, scambi di territori a livello internazionale, prove tavola importanti condivise con colleghi di altre culture e il costante e continuo mantenimento dell’anonimato, che non esclude di esplorare scrupolosamente il web e i social per ottenere importanti informazioni su chef, ristoranti, trend di cucina e nuove aperture.

L’ispettore viaggia con auto moderne e selezionate attentamente secondo due requisiti fondamentali: il grado di sicurezza e il minor livello di inquinamento, tenendo conto che si viaggia per almeno 30.000 chilometri annui e sempre più spesso in paesi stranieri vicini.

La curiosità e la piacevolezza del lavoro passa anche attraverso l’organizzazione dei territori, un ispettore in media torna nelle medesime aree dopo 10 anni per garantire anonimato ed indipendenza, e nello stesso giorno può capitare di testare un piccolo Bib Gourmand a gestione famigliare per pranzo, per poi cimentarsi in un pasto a tre stelle MICHELIN la sera.

Ultimamente, con le Chiavi MICHELIN assegnate agli hotel, gli ispettori rinnovano la capacità di analizzare l’ospitalità e di alloggiare in strutture davvero interessanti, dai grandi relais alle piccole strutture B&B di charme.

Dicevamo che non ci sia annoia mai… beh direi che a questo punto tutto è chiaro no?

E voi sareste dei buoni ispettori della Guida MICHELIN?

Pubbilcità Guida MICHELIN 1956  © Michelin
Pubbilcità Guida MICHELIN 1956 © Michelin

In copertina: Cathy Mayer / @cthartica


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