Cucina creativa, sperimentale, originale
Roma è una città che è divenuta gastronomicamente famosa grazie a dei classici come la carbonara, la cacio e pepe, o il carciofo alla romana. Tra le nostre stelle, però, c’è chi si identifica con un’offerta che vuole uscire dai binari della tradizione per creare innovazione. Lo chef Riccardo Di Giacinto, ristorante All’Oro, propone ad esempio un Gambero rosso all’amatriciana, con un ottimo contrasto tra la grassezza del gambero e l’intensità della salsa. Marco Martini presso il suo atelier, si destreggia con – una cucina creativa ma con “senno”, sapori intensi, qualche sperimentazione ma condotta a buon fine, in un giardino d'inverno nel quartiere Aventino – citiamo le parole dell’ispettore! Se il grande talento di Antonio Ziantoni gli è valso il premio giovane chef in una edizione passata della Guida, lo chef è tuttora un grande innovatore, che ha saputo sorprenderci con un ottimo cervo in dolce forte, cucinato da manuale e servito con una polentina cremosa a lato. Infine, Pulejo, anch’egli miglior giovane chef in quel di Milano (2019), propone qui la sua cucina con un tocco personale come nella Faraona secondo Marco Gavio Apicio, dove la tradizione - la più antica! - si confronta con tecniche e gusti attuali.

Cucine di contaminazione internazionale
Se ti trovi nella Capitale e hai voglia di provare cucine con spunti internazionali, le idee per gli ispettori della Guida Michelin sono chiarissime: devi andare al Pagliaccio, Idylio by Apreda oppure da Orma.
Il nuovo stellato Orma, guidato dallo chef Roy Caceres, propone una rivisitazione attenta della cucina romana con innesti e idee dal Sud America, terra d’origine del cuoco: una cucina libera, senza frontiere né barriere!
Francesco Apreda è un bravissimo chef che ha vissuto per parecchi anni in India, e la sua cucina è caratterizzata da spezie e tocchi orientali che esaltano il palato.
Ultimo solo per elencazione, Antony Genovese - al Pagliaccio – vi conduce in un ideale viaggio tra l’Italia e il Giappone, con sentori acidi, amari, speziati ed erbacei. Un’autentica sinfonia per il palato!

Proposte di personalità!
La personalità dello chef è uno dei criteri che maggiormente contribuiscono all’assegnazione di una o più stelle Michelin, in questo capitolo parleremo di quattro cucine dalla firma inconfondibile: tutti ben posizionati al centro della città, ad eccezione di Glass Hostaria, quest’ultimo è gestito dalla talentuosa Cristina Bowerman ed offre una cucina fantasiosa ed intrigante, come nel caso del piatto “carciofo, carciofo e cynar”, con deliziose sensazioni amare sul finale.
Un istrione della ristorazione capitolina è – invece - Pipero, che nel suo ristorante propone una rivisitazione creativa di ricette regionali, rimanendo tuttavia fedele agli ingredienti originali.
Giulio Terrinoni è tra i migliori chef romani nel trattare il pesce, sia cotto che crudo. Il suo antipasto degustazione di mare è tra i più famosi e apprezzati della città.
Altrettanto degne di nota sono le specialità ittiche dello chef Lippi, Aquolina. Un esempio? Rombo con contorno di peperoni, un piatto di grande elaborazione e perfezione tecnica!

Cena con vista
La Pergola
Per molti è la vista più bella; indubbiamente, fra gli stellati, quella che maggiormente abbraccia la capitale nella sua vastità. Partendo dal cupolone fino ai colli, Roma si distende immensa ai piedi di questo roof-garden a Monte Mario, dove Heinz Beck continua da anni ad essere l’unico cuoco tristellato della città.

Aroma
All’Aroma pare di cenare in compagnia del Colosseo, simbolo per eccellenza della città antica, che si erge maestoso attraverso le finestre del roof-garden. Dalla cucina a vista arrivano piatti che sovente omaggiano la cucina mediterranea, con proposte sia di pesce, che di carne, nonché vegetariane.

Imàgo
Roof-garden dell’Hotel Hassler, si cena letteralmente a fianco ai campanili della chiesa di Trinità dei Monti, icona cittadina da cui parte la scalinata in discesa verso piazza di Spagna. Al di là delle finestre che avvolgono la sala è tutto un luccichio dei monumenti più conosciuti, che si intervallano ai piatti dei menù degustazione, da quello con le proposte ormai classiche del cuoco alle nuove sperimentazioni.

Le migliori carte dei vini
Achilli al Parlamento
Sono le bottiglie di vino ad arredare la sala, quale migliore biglietto da visita per chi è alla ricerca di un ristorante stellato con una memorabile cantina? Ampia scelta di vini al bicchiere, per le bottiglie basta alzarsi, verso l’enoteca: saranno oltre 4000 etichette ad attendervi, naturalmente adeguatamente assistiti nella scelta.
Il Convivio Troiani
Cantina leggendaria di un ristorante altrettanto celebre, la lista dei vini si distingue per annate quasi introvabili, che portano indietro le lancette del tempo di decenni, talvolta con un’escalation di verticali impressionanti. Ma la scelta è vastissima, migliaia di etichette, anche di vini più giovani e geograficamente diversissimi.

Enoteca La Torre
Una delle ambientazioni più lussuose della città – siamo all’interno di una villa di inizio Novecento favolosamente arredata – ospita anche una memorabile carta dei vini. Chi preferisce l’abbinamento al bicchiere, qui troverà una scelta particolarmente rimarchevole.
In copertina: © Eikona Guido Fuà – Aroma
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