Una settantina di chilometri a sud di Tangeri – città affascinante, amata da artisti, romanzieri, avventurieri e spie – dalla statale N1 si stacca sulla destra una pista sterrata che si inoltra per circa 7 chilometri in un bosco di querce da sughero, lambendo case sparse e villaggi rurali. All’orizzonte, il blu dell’oceano si staglia contro il verde sorprendente di fertili colline, punteggiate di ulivi e alberi da frutto. La strada termina davanti a un cancello in pietra: è l’ingresso della Fiermontina Ocean, giovane eco-retreat dalle radici profonde. Ma andiamo con ordine.

La Fiermontina Ocean è un viaggio nel viaggio, una sorpresa emozionante di questa terra fiabesca e piena di incanti. È un luogo creato con amore, che trasmette a chi vi soggiorna tutta la cura e la premura con cui è stato progettato dai fratelli Filali, Fouad Giacomo e Antonia Yasmina, imprenditori e filantropi la cui storia familiare affonda le radici a 3000 chilometri da qui, a Casamassima, vicino a Bari, in cui nel 1912 nacque la nonna Antonia Fiermonte. Pittrice, violinista, protagonista dei salotti artistici parigini e musa ispiratrice degli scultori René Letourneur e Jacques Zwobada, i grandi amori della sua vita. Dall’unione con René nasce Anne, che sposerà il diplomatico e politico marocchino Abdellatif Filali, figlio del cadì Thami Filali, gran giudice della legge coranica. Da questo straordinario intreccio di radici italiane, francesi e marocchine nascono Fouad Giacomo e Antonia Yasmina, che sviluppano una visione del mondo cosmopolita e inclusiva. È proprio questa visione che nel 1994 porta Antonia Yasmina a fondare l’ONG Orient Occident, dedicata all’integrazione sociale e alla formazione di migranti e rifugiati.

Nel 2018 Fouad Giacomo acquista nella provincia di Larache una proprietà di oltre 120 ettari e avvia un progetto di riforestazione con la reintroduzione di 7500 ulivi, oltre a frutteti e coltivazioni di vario tipo. Viene portata l’acqua corrente nei villaggi di Dchier e Mezgalef, vengono costruiti sentieri, ristrutturate abitazioni, riaperte scuole e create cooperative locali. Approdo finale di questo progetto di imprenditoria sociale è il resort La Fiermontina Ocean, un complesso di ville costruite in pietra locale e perfettamente integrate nel paesaggio.
I villaggi di Dchier, Tcharouah e Mezgalef vengono coinvolti nell’attività ricettiva. Attraverso la Fondazione Orient Occident vengono formate diverse figure professionali, e oltre 60 abitanti locali trovano impiego come governanti, giardinieri, autisti, manutentori, guide… Tra il personale ci sono giovani uomini che hanno più volte sfidato la sorte e i marosi per raggiungere le vicinissime coste spagnole, ma che sono stati respinti e trovano ora nella Fiermontina una speranza di riscatto e una promessa di futuro. La struttura è inserita nel nascente Parco Naturale Regionale “Le Dune di Khemis Sahel”, fortemente voluto da Fouad Giacomo per proteggere l’ecosistema naturale e culturale di questo territorio prezioso.

La Fiermontina Ocean è una sorta di Giano bifronte. Verso l’oceano ci sono 12 ville lussuose e spaziosissime, inondate di luce naturale e dotate di piscina a sfioro affacciata sull’oceano, pavimenti in pietra di Taza, arredi contemporanei e oggetti della tradizione marocchina curati dagli interior designer Charles-Philippe e Christophe dello studio Laboratoire Design di Rabat. Il delizioso Ocean Restaurant è un altro punto di incontro tra le due sponde del Mediterraneo, con ricette che profumano di Italia e Marocco.
A qualche chilometro di distanza, raggiungibile in fuoristrada o con una passeggiata di circa 30 minuti, si apre una spiaggia incontaminata che si estende per 30 chilometri, tra Assilah a nord e Larache a sud. Lambita dalle onde dell’oceano, offre agli ospiti del resort la magia di un rifugio solitario e selvaggio, con i comfort di un Beach Club dove gustare uno snack o sorseggiare un aperitivo al tramonto.


Ma se guardiamo all’altro volto del nostro Giano, scopriamo tutta l’eccezionalità di questa destinazione. Una parte dell’ospitalità e delle attività è infatti stata organizzata direttamente nei villaggi, in particolare a Dchier, dove si trovano quattro case costruite secondo le tecniche tradizionali, con muri in pietra, porte antiche, travi in legno, tetti spioventi e tappeti provenienti dalle montagne dell’Atlas. Le dimore offrono affacci bucolici sul verde di colline rigogliose che fanno dimenticare che siamo a pochi chilometri dall'oceano. A completare l’esperienza, il paesino accoglie l’hammam tradizionale e il Café Maure. Qui i viaggiatori che cercano qualcosa di più di un resort di lusso affacciato sul mare hanno la possibilità di vivere esperienze uniche e indimenticabili.


Tra le esperienze imperdibili c'è la colazione tradizionale servita nelle case degli abitanti. Noi siamo stati ospiti della signora Rahma a Dchier, che ci ha accolti nel cortile della sua casetta, dove sotto una pergola era stato apparecchiato un tavolo con delizie locali come tè alla menta, bissara (crema di fave con olio di oliva e cumino), rghaïf (pane sfogliato al miele), meloui (le tipiche crêpes locali), marmellate, formaggi e amlou, una golosa crema a base di mandorle e miele.
Dopo averci servito la colazione, Rahma si è seduta qualche minuto a fare due chiacchiere con noi e, con l'aiuto di un interprete, ci ha raccontato del figlio emigrato in Spagna, della nuora che ha vissuto con lei per alcuni anni prima di raggiungere il marito a Madrid e dei due nipotini di cui si è occupata per due anni, prima che il figlio venisse a prenderli nel dicembre scorso per ricongiungere finalmente la famiglia. Con gli occhi velati di lacrime, ci ha detto che fino a qualche mese fa il cortile − ora tranquillo e silenzioso − era pieno di giochi: palloni, bamboline, altalene e scivoli, che ha nascosto perché la sola vista la fa piangere di nostalgia per i nipotini. Sorride con dolcezza, ed è impossibile non commuoversi. Nell’andare via, ci permettiamo di chiederle quanti anni ha, e Rahma, candidamente, ci risponde: “Non lo so”.



Passeggiamo per Dchier, visitiamo la scuola elementare (l’unica del villaggio, poi i ragazzi dovranno percorrere in qualche modo i 20 chilometri che li separano dagli istituti superiori) e arriviamo al forno comune, dove alcune donne stanno sfornando un pane croccante e delizioso. Lo possiamo dire con cognizione di causa, perché viene improvvisato un picnic sotto gli alberi e ci fanno assaggiare olio e olive locali accompagnati dal pane fragrante e da un sublime tè alla menta aromatizzato con origano fresco e citronella. Una delizia il cui ricordo ci insegue con tenacia.



La giornata alla scoperta di questo angolo ancora relativamente sconosciuto del Marocco continua con la visita al sito archeologico di Lixus, che risale al XII sec. a.C. e che fu il principale centro romano di produzione del garum, di cui restano 150 vasche di conservazione. Seguono le atmosfere veraci e ruspanti di Larache, importante porto di pesca, che contrastano con il fascino da cartolina di Assilah, con i suoi muri bianchi ravvivati da murales, gli scorci pittoreschi e i ristorantini turistici.



La Fiermontina Ocean è l’incantevole porta di accesso a un territorio di grande bellezza, che incarna un’anima ancora autentica del Paese, lontana dal turismo di massa delle mete più famose. È una storia di amore, passione, generosità e accoglienza, da scoprire e raccontare, in Marocco come in Puglia, dove tutto ebbe inizio un secolo fa con una giovane donna bellissima, sfrontata, piena di talento e di voglia di vivere, la cui energia ha saputo attraversare il tempo e lo spazio.
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Foto di copertina: La Fiermontina Ocean/LFOcean_Morocco_phEricMartin_14