In viaggio 10 minuti 28 maggio 2025

Enologia, arti ed ospitalità castellana in Toscana

Un viaggio dal Castello della Gherardesca di Castagneto Carducci all’omonimo palazzo nel cuore di Firenze, alla scoperta dell’incomparabile patrimonio culturale, vitivinicolo ed architettonico della regione medicea.

A cinquecento anni dal Rinascimento, la regione con il patrimonio artistico più esteso e prezioso al mondo prosegue la sua opera di seduzione miscelando opere classiche, attrattive contemporanee ed ecosistemi dal mare alla campagna in cui sorgono le raffinate soluzioni di ospitalità consigliate dalla Guida MICHELIN. Oltre all’inestimabile collezione di reperti culturali, la terra dei Medici si distingue anche attraverso l’atemporale fascino di architetture storiche e rinomate produzioni enologiche, immerse nel grande paesaggio Toscano.

Dei tanti possibili percorsi di viaggio verso il capoluogo regionale, uno dei più suggestivi e meno trafficati percorre la vecchia Aurelia lambendo baie, pinete e sinuose colline. Una volta raggiunto il viale di monumentali cipressi tra Castagneto Carducci e Bolgheri, la deviazione nell’entroterra in direzione Val d’Elsa e Chianti fino a Firenze permette di scoprire cantine di fama mondiale, insegne stellate e lussuosi alberghi appollaiati sui poggi.

Toscana on the road: dalla Maremma al Chianti con la DB12 gommata MICHELIN

La Toscana ospita numerosi edifici costruiti secondo i principi della sezione aurea e l’antica formula algebrica associata all’armonia delle proporzioni, è tutt’oggi applicata alla sublime estetica dell’Aston Martin DB12 equipaggiata con gli Michelin Pilot Sport 5 S.

Realizzata ad hoc per la super-tourer inglese con la quale abbiamo viaggiato da Roma a Firenze passando per Bolgheri, la speciale mescola del Bibendum eleva sicurezza e performance della sinuosa vettura sportiva a trazione posteriore, sottolineando come il Gruppo Michelin supporti viaggi e mobilità a 360 gradi.

Aston Martin DB12 e statua del Conte Ugolino © Matteo Morichini
Aston Martin DB12 e statua del Conte Ugolino © Matteo Morichini

Il prezioso territorio bolgherese

Preservata da un ristretto numero di aristocratiche famiglie che detengono tutt’oggi buona parte delle tenute e dei terreni coltivabili a vite, la zona di Bolgheri evoca le pitture dai Macchiaioli. Assieme allo spettacolare colpo d’occhio del viale dei cipressi decantato nelle poesie di Carducci, l’area geografica bolgherese è divenuta celebre per la produzione di vini.

Secondo i resoconti storici dei Marchesi Antinori, le tradizioni enologiche di Bolgheri risalgono al 754 a.C. ed i documenti, indicano inoltre come già nel IX secolo a.C. gli Etruschi resero abitabile la zona costiera nei pressi di Populonia, dimostrando una spiccata competenza vitivinicola.

La fine dell'Impero Romano sancì invece l’inizio di un burrascoso declino che venne interrotto dal fondamentale sodalizio tra la famiglia Della Gherardesca ed il territorio bolgherese, oggi associato alla produzione di alcuni dei più blasonati vini italiani.

Castello della Gherardesca: la dimora del Conte Ugolino

Nella sala delle cartine geografiche dei Musei Vaticani, l’attuale zona di Bolgheri è identificata con la dicitura Della Gherardesca; nome dell’antica famiglia aristocratica che ha instaurò un dominio sull’area geografica sin dall’epoca medievale, lasciando in eredità mirabili architetture fortificate ricolme di arti.

Tra queste la più importante ed evocativa è il Castello della Gherardesca di Castagneto Carducci che fu anche dimora del Conte Ugolino; personaggio narrato da Dante Alighieri nel XXXIII canto dell’Inferno nella sua Divina Commedia. Edificato in posizione strategica, il castello assicura un punto di controllo sul territorio mentre gli elegantissimi interni-museo, dipingono un mirabile affresco sul passato della Toscana e sull’excursus della famiglia che tutt’oggi vi abita.

Oltre ad aver scritto parte della storia regionale, Della Gherardesca è oggi anche una ricercata etichetta vinicola che produce Brunello di Montalcino, Vermentino e l’ambito Gaddo (un Bolgheri Rosso Doc del 2022).

Castello della Gherardesca
Castello della Gherardesca

La cantina di Guado al Tasso dei Marchesi Antinori

Avvolto dall’Anfiteatro Bolgherese, il territorio di Guado al Tasso racchiuso tra mare, colli e pianura ha un microclima unico con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al Tasso beneficiano dell’aria fredda notturna che discendendo dalle colline, rinfresca i filari donando alle uve spiccata aromaticità e perfette maturazioni dell’acino.

La tenuta dei Marchesi Antinori si estende s’una superficie di 1.000 ettari di cui circa 320 vitati e per la nuova cantina, la famiglia ha investito s’un progetto rispettoso dell’ambiente e della sua storia che affonda le radici proprio nei paesaggi bolgheresi.

Nei vigneti situati ad un'altitudine di circa 50 metri si coltivano prevalentemente Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot e Vermentino. Le vigne godono di un clima mite in virtù delle brezze marine che mitigano la calura estiva mentre i ventosi mesi invernali, tengono alto l’indice di insolazione. Il suolo è di origine alluvionale (da argillo-sabbioso a argillo-limoso) e la presenza dell’agglomerato bolgherese, esalta carattere e personalità dei varietali.

Cantina Guado al Tasso dei Marchesi Antinori
Cantina Guado al Tasso dei Marchesi Antinori

Osteria del Tasso: ottima cucina e grandissimi vini al calice

A poca distanza dal viale di cipressi del Carducci ed adiacente all’omonima cantina dei Marchesi Antinori, l’Osteria al Tasso è un rasserenante indirizzo in cui mangiare di fronte ai vigneti, “all'ombra di platani ad ombrello”.

Gli ispettori della Guida MICHELIN lodano la “cucina semplice e per lo più tradizionale, ma appetitosa e ben fatta”. La carta dei vini è qui un notevole valore aggiunto che permette ai commensali di sorseggiare al bicchiere, alcune delle etichette più pregiate prodotte nella famosa cantina di Guado al Tasso.

Osteria al Tasso
Osteria al Tasso

Borgo Pignano: sosta di charme sulla Volterrana

Lasciata la costa tirrenica dell’Alta Maremma e passata Suvereto con la bussola orientata verso la storica via del sale, il soggiorno nella villa secolare di Borgo Pignano presenta quattordici camere e suite “arredate con uno stile artistico italiano e completate da bagni in travertino”.

La proprietà si trova a metà strada tra Volterra e San Gimignano ed è caratterizzata da fitte aree alberate, curati giardini, cascine, stalle ed una piscina di acqua salata. L’indirizzo si distingue per l’abbinamento tra atmosfere storiche ed apprezzabili confort contemporanei.

Assieme alla scoperta del territorio circostante con possibili tappe nella Manhattan medievale o nella patria delle sculture di alabastro, Borgo Pignano offre ai propri ospiti sessioni di yoga, equitazione, esperienze di cicloturismo e verdeggianti spazi in cui rinvigorire anima e corpo passeggiando nella natura.

Borgo Pignano
Borgo Pignano

Villa Pignano: stella verde MICHELIN

Sempre all’interno della medesima tenuta di 300 ettari, il rispetto dell’ambiente è rimarcato dalla gustosa cucina di Villa Pignano dove molti ingredienti “provengono direttamente dall’azienda agricola”.

Assieme alla coltivazione biologica di verdure, olive, cereali, la produzione propria riguarda anche animali da cortile, maiali e miele. Secondo le note degli ispettori MICHLIN “i piatti riescono ad essere gustosi e freschi eppure elaborati e moderni al tempo stesso mentre la selezione enoica, esplora la regione Toscana attraverso il meglio del bio dove anche in questo caso, non manca una produzione interna”.

Villa Pignano
Villa Pignano

Castello di Casole, a Belmond Hotel, Tuscany - 2 Chiavi MICHELIN in Val d’Elsa

Proseguendo in direzione Val d’Elsa – area geografica boschiva al confine con il Chianti ancora poco nota al turismo – e giunti nei pressi di Querceto, una solitaria salita delimitata da imponenti cipressi conduce alla fortificazione del X secolo poi ampliata tra medioevo e Rinascimento oggi nota come Castello di Casole, a Belmond Hotel, Tuscany.

Dagli stemmi nobiliari sulle pareti alla piscina panoramica passando per i raffinatissimi arredi country-chic creati d’artigiani locali, la proprietà soddisfa in tutto e per tutto l’immaginario della vacanza in Toscana assicurando agli ospiti uno dei soggiorni più memorabili d’Italia.

La corte interna del Castello di Casole
La corte interna del Castello di Casole

Un soggiorno nella storia

Nella sua lunga storia il Castello di Casole fu anche dimora privata del regista Luchino Visconti e passeggiando nell’antico borgo con sotterranei impreziositi da reperti etruschi si scorgono fattorie, orti biologici, prati, boschi e casali agricoli.

Ogni abitato dell’indirizzo è stato finemente restaurato con la consueta sensibilità estetica che distingue gli alberghi del gruppo francese. Gli amanti dell’esperienze con auto d’epoca troveranno inoltre appena fuori dai confini del Castello di Casole, un idilliaco network di strade di campagna con molta meno affluenza di veicoli rispetto alle provinciali del Chianti e della Val d’Orcia.

Ciliegio in fiore nel borgo del Castello di Casole © Matteo Morichini
Ciliegio in fiore nel borgo del Castello di Casole © Matteo Morichini

Rose fiorite ed inebrianti profumi floreali

L’arrivo del gruppo Belmond in Val d’Elsa ha donato un surplus di piacevolezza e raffinatezza a tutti i comparti del Castello di Casole, Non fa eccezione il ristorante Tosca segnalato dalla Guida MICHELIN che grazie alla cucina di Daniele Sera è diventato un punto di riferimento della zona in cui apprezzare riuscite interpretazioni della cucina Toscana, preparate con ingredienti biologici e materie prime di qualità eccelsa.

L’arrivo in struttura è uno degli aspetti più memorabili del soggiorno perché ad accogliere gli ospiti, c’è un giardino di rose da far invidia alla Regina di Alice nel Paese delle Meraviglie. La proprietà comprende inoltre 1300 ettari ettari di terreni incontaminati e le giornate scorrono soavi tra suoni della natura, escursioni in bicicletta, (in alcuni tratti s’incrociano con i percorsi dell’Eroica) lunghe passeggiate e momenti di dolce far niente in contemplazione della sempre splendida campagna toscana.

 La facciata del Castello di Casole © Matteo Morichini
La facciata del Castello di Casole © Matteo Morichini

Hortus Vitae, l’arte del mixology

Dei tanti mirabili spazi del Castello di Casole, uno degli ambienti più piacevoli è Il Visconti Bar con mixology firmato dal Bar Manager Alessio Onida. L’intima sala con panorami sulle colline si distingue per le sue confortevoli sedute con tessuti di Loro Piana, il pavimento a scacchi bianchi e neri ed il soffitto in legno a cassettoni.

Una della novità del 2025 è la nuova carta dei cocktail “Hortus Vitae” che omaggia le erbe aromatiche e l’ampia varietà di botaniche coltivate nell’orto del castello, attraverso una sofisticata selezione di drinks. I cocktail sono a loro volta descritti dall’inedito menù con splendide illustrazioni in rilievo e testi dedicati alle buone partiche agricole per la salvaguardia del suolo.

I drink sono accompagnati da una serra in miniatura con le botaniche associate al mixology, e da stuzzichini vegetali (e non) preparati dalla cucina del ristorante Tosca.

Mixology al Bar Visconti del Castello di Casole © Matteo Morichini
Mixology al Bar Visconti del Castello di Casole © Matteo Morichini

Essere Spa: i rimedi olistici del Castello di Casole

La ricerca dell’eccellenza perpetrata dall’ospitalità Belmond trova espressione anche nella Essere Spa, ricavata nei sotterranei etruschi ubicati tra la tinaia e la casa del prete. In questo caso, le botaniche coltivate nel castello fungono da unguenti benefici (olii alle rose, crema per le mani, sali da bagno) per cosmetici completamente naturali utilizzati anche nei signature treatments.

L’Essere Spa del Castello di Casole include inoltre una palestra con attrezzature di ultima generazione, bagno turco, zona relax ed una suggestiva camera per i massaggi di coppia con annessa vasca idromassaggio.

Essere Spa - Castello di Casole
Essere Spa - Castello di Casole

Antinori nel Chianti Classico

Nella strada da Querceto al Chianti, le tappe d’interesse abbondano e dopo l’imperdibile visita a Siena ci si può dirigere nella contemporanea cantina Antinori nel Chianti Classico. La struttura a basso impatto ambientale ed elevata efficienza energetica, risulta perfettamente integrata nel paesaggio circostante coniugando funzionalità produttiva e bellezza estetica.

La cantina è ricoperta da vigneti e celata da ulivi e boschi di querce e lecci. Il progetto è stato realizzato da Marco Casamonti con l’ingegnerizzazione di Hydea, seguendo sempre le indicazioni della famiglia Antinori che ha in questa sede il cuore pulsante dell’azienda. Di colore marrone-rosso, la cantina è costruita con materiali naturali tra cui cotto, legno e corten avvalendosi di geometrie essenziali e colori caldi ad evocare la terra.

A collegamento dei tre piani, c’è la scenografica scala elicoidale divenuta a sua volta emblema del rinomato indirizzo.

Antinori nel Chianti Classico
Antinori nel Chianti Classico

Il Visibilio: stella MICHELIN a Castelnuovo Berardenga

Gianduiotti ripieni di fegatini, ribollita con ricci di mare, anguilla glassata con mela verde, chianina ed ostrica, risotto di lumache e latte di capra. I piatti del nuovo lunghissimo menù degustazione alla cieca ideati dallo chef Canella, compongono l’originale esperienza gastronomica dello stellato Il Visibilio.

Il menù degustazione può essere abbinato ai vini prodotti da Vallepicciola; cantina che assieme all’albergo 5 stelle lusso The Club House compone una raffinata offerta di enogastronomia ed ospitalità nel cuore del Chianti.

Vincitore del premio Passion Dessert, il ristorante Il Visibilio sorge nei pressi di Castelnuovo Berardenga e l’intima insegna gourmet è il felice risultato della “collaborazione tra l'impronta toscana dello chef Daniele Canella e la consulenza di Iannotti che ha portato nel senese una formula simile a quella da lui proposta in Campania”.

Il Visibilio
Il Visibilio

The Club House, respiro e relax nel Chianti classico

La dimora ricavata da un’antica fattoria toscana ed annunciata da un imponente cancello, sorge in posizione soprelevata al termine di una strada bianca che snodandosi tra le colline chiantigiane, conduce nelle verdeggianti atmosfere dell’albergo The Club House parte del Fontanelle Estate.

Assieme ai panorami circolari su boschi e filari del Chianti classico ed oltre ai due ristoranti, la piscina ed il grande parco punteggiato da ulivi e cipressi, la dimora incorpora il “The Wellness Sanctuary” dove assieme alle zone umide composte da sauna, bagno turco, cascate di ghiaccio gli ospiti possono rilassarsi con trattamenti olistici eseguiti da professionisti del settore che spaziano dal chakra awakening al mindfullness fino alle kinesologia; quest’ultima è una scienza che studia il movimento umano in tutte le sue forme analizzando movimenti del corpo basandosi sui principi di biomeccanica, fisiologia e neuroscienza.

Vista del Chianti da The Club House
Vista del Chianti da The Club House

Gita a Volpaia

Percorrendo le strade chiantigiane verso Firenze, un’altra deviazione da non perdere conduce al borgo di Volpaia che appollaiato a 600 metri di altezza, conserva le antiche mura del castello adornate da torri e chiese.

L’atmosferica località è anche nota per l’ottima tradizione vinicola (le bottiglie più pregiate sono il Chianti Classico Riserva, il Gran Selezione Coltassala e il Balifico Toscana) e per aver dato i natali a Lorenzo della Volpaia; amico di Leonardo da Vinci e costruttore dell'orologio dei pianeti per il Palazzo Vecchio a Firenze.

L’azienda agricola produce anche un ottimo olio e trovandosi sulla dorsale di un colle spartiacque tra due valli, il borgo fortificato d'origine medievale ebbe un ruolo strategico nelle faide tra la repubblica fiorentina e quella senese oltre a conservare la commenda di Sant'Eufrosino; piccola chiesa rinascimentale risalente al XV secolo.

Volpaia © Fai
Volpaia © Fai

La Torre, grande cucina in un castello chiantigiano

La Torre è il ristorante stellato all’interno di Como Castello del Nero in cui l'eccellente cucina “del simpatico chef Di Pirro coniuga tecnica, creatività e senso estetico”. Molte delle materie prime - tra cui il grano utilizzato per pasta e pane - sono prodotte all’interno della proprietà dove trova spazio anche un orto biologico corredato di certificazione.

In dialogo con quest’ultimo, il ristorante propone il menù Esperienza Vegetale oltre ai percorsi denominati La Terra (di carne) e Contaminazioni (di mare). “Dulcis in fundo - scrivono gli ispettori - grande attenzione è riservata alla pasticceria, con una carta dei dessert encomiabile per fantasia”

Ristorante La Torre
Ristorante La Torre

Alla scoperta della proporzione aurea

L’ultima parte di viaggio dal Chianti a Firenze, può ripercorrere le orme dei Grand Tour e dell’armonia estetica fermandosi in luoghi di culto, edifici e ville costruiti secondo i canoni della proporzione aurea.

La Basilica di San Lorenzo a Firenze progettata da Filippo Brunelleschi è un esempio di architettura rinascimentale che incorpora i principi matematici della sezione aurea, nelle sue proporzioni. Lo stesso accade con Villa Medici di Poggio a Caiano.

La villa è un esempio di architettura rinascimentale associata all'idea di armonia e perfezione, che molti architetti dell'epoca cercavano di incorporare nei loro progetti. Sebbene non sempre certificata dai documenti storici, la sezione aurea è parzialmente presente in moltissimi edifici toscani e fiorentini come il Palazzo della Gherardesca di Borgo Pinti in cui ha sede l’albergo 2 Chiavi MICHELIN Four Seasons Florence.

Villa Medicea di Poggio Caiano © Visit Tuscany
Villa Medicea di Poggio Caiano © Visit Tuscany

Lepre à la royale nella dimora di Beatrice

Il nobiliare stabile del XV secolo noto come Palazzo Portinari Salviati (albergo insignito con 2 chiavi MICHELIN) che nel XIV secolo fu dimora di Beatrice (la musa di Dante Alighieri) ospita inestimabili reperti come la Batracomiomachia e la stanza con le “Imprese di Ercole” in cui dieci lunette dipinte attorno al 1575, sono completate da emblemi che glorificano la famiglia Salviati.

Alla preziosa collezione di beni-culturali (vedere la Cappella devota a Santa Maria Maddalena e l’affresco della Madonna in trono col Bambino), l’indirizzo aggiunge la raffinata cucina di Vito Mollica; chef del ristorante stellato Atto ed autore di una strepitosa lepre à la royale servita in ambienti di raro pregio.

Atto, una stella MICHELIN a Palazzo Portinari Salviati © Matteo Morichini
Atto, una stella MICHELIN a Palazzo Portinari Salviati © Matteo Morichini

Colazione nella suite presidenziale del Four Seasons Florence

Tutti gli alberghi segnalati dalla Guida MICHELIN offrono atmosfere speciali ma pochissime dimore al mondo, possono vantare la grandeur storica e culturale dell’acclamato Four Seasons Firenze.

L’albergo 2 Chiavi MICHELIN con all’interno il ristorante stellato Il Palagio, sorge nel sontuoso Palazzo della Gherardesca di Borgo Pinti ed è circondato dal parco privato più grande d’Europa. In mezzo al giardino rinascimentale con panorami sulla cupola di Brunelleschi, sorge una delle Spa più ambite del capoluogo toscano mentre dalle zone comuni alle camere, la proprietà evoca i fasti del suo aristocratico passato in ogni elemento artistico e dettaglio architettonico che culminano con la faraonica Presidential Suite del Palazzo della Gherardesca.

Composta da cinque ambienti distinti collegati da un lungo corridoio adornato da ceramiche, mobili d’epoca, drappi, quadri e preziosi tessuti, la suite vanta un grande salotto in cui tra argenteria e porcellane, viene servita una colazione semplicemente strepitosa.

Colazione alla Presidential Suite del Four Seasons © Matteo Morichini
Colazione alla Presidential Suite del Four Seasons © Matteo Morichini

Hotel Brunelleschi; una prospettiva unica sul Duomo

Insignito con una chiave MICHELIN, il lussuoso ed intimo albergo in piazza Santa Elisabetta ospita al suo interno l’omonimo ristorante bistellato guidato dallo chef salernitano Rocco de Santis. L’indirizzo è composto dall’unione di vari edifici storici ed oltre all’antico calidarium romano nel seminterrato, l’Hotel Brunelleschi incorpora la Torre della Pagliazza risalente ad epoca bizantina”. Assieme al pregio degli ambienti, l’Hotel Brunelleschi si distingue per l’impareggiabile vista sulla cattedrale del grande architetto ed ingegnere fiorentino, da cui prende nome l’albergo. Alcune delle suite al quarto piano dello stabile, hanno vetrate a 360 gradi sul capoluogo toscano e terrazze con vasche idromassaggio da cui contemplare l’armonia estetica di uno degli edifici di culto più importanti d’Italia.

Vista dalla suite dell'Hotel Brunelleschi
Vista dalla suite dell'Hotel Brunelleschi

Strade da sogno, nel grande paesaggio toscano

Che sia al volante di un’automobile sportiva oppure al manubrio di una motocicletta, le strade della Toscana sapranno incantare anche i conducenti più esigenti. Partendo da Bolgheri, il percorso dal viale di cipressi a Firenze può includere la scalata del Monte Amiata ed una sessione di guida sulla serpeggiante volterrana prima d’immergersi nella Val d’Orcia Patrimonio Unesco.

Raggiunta Pienza, il consiglio è di risalire in direzione Chianti lungo la strada che collega San Giovanni d’Asso, si sonda tra i crinali delle crete senesi ed i caratteristici borghi in pietra della regione medicea.

Il Viale di Cipressi a Bolgheri © Matteo Morichini
Il Viale di Cipressi a Bolgheri © Matteo Morichini

IN COPERTINA: Castello di Casole, A Belmond Hotel, Tuscany



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