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“Melanzane con cioccolata, gelato e concierto”, ristorante La Caravella dal 1959 – Amalfi

La melanzana al cioccolato è una ricetta tipica della costiera amalfitana risalente al XVIII secolo d.C. Le sue origini sono contese da diversi conventi e monasteri della zona, sebbene la versione più accreditata sembri essere quella attribuibile allo storico Ezio Falcone, che riconosce nel Monastero di Polvica a Tramonti la genesi delle “melanzane dolci”. La preparazione di queste leccornie prevedeva una doppia frittura della melanzana, dopo un passaggio nella farina, rivelando in tal modo un antico retaggio della cucina medievale che imponeva la doppia cottura dei cibi. L’ingrediente principale veniva in seguito lasciato decantare nel concierto (rosolio di erbe prodotto dai frati francescani, ndr), ricoperto poi a strati con salsa di cioccolato e arricchito con canditi di arance e cedri (influenze arabo-siciliane provenienti dagli intensi rapporti commerciali intrapresi dalla repubblica marinara).

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“Mousse ai cantucci con salsa al Vin Santo e foglie di tabacco toscano” – ristorante Pepenero, San Miniato

“Non viaggiare se la bocca non sa di vino”, recita un proverbio della schietta Toscana, terra che profuma di cipressi, di piante aromatiche, di mosto e di vino… non solo quello che allieta il pasto, ma anche quello che lo conclude in convivialità e spensieratezza.

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“Zuppa di granchio e senape verde” – Ristorante Green T. Roma

Non solo in Giappone, ma anche nella provincia di Guizhou, nel sud ovest della Cina, l'annuale fioritura dei ciliegi ha già colorato le città di rosa e di bianco. Nel Paese l’evento annuncia l'arrivo della primavera, attirando ogni anno moltissimi visitatori incuriositi dal richiamo di questo splendido spettacolo della natura, che c’insegna – tra l’altro – il senso della vita: l'Hanami (dal giapponese花見 "guardare i fiori"). Per dare il benvenuto alla prima stagione dell’anno, in questo periodo in Cina si è soliti mangiare una primizia: la verdura Jie Cai, una varietà di senape verde.

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“Spaghetti in ciuppin” – ristorante A Spurcacciun-a, Savona

C’è zuppa e zuppa! A fare la differenza sono gli usi regionali e nazionali, ricette più o meno ricche, a seconda della fantasia di chef e casalinghe. In Francia la zuppa è servita con tranci di baguette da imburrare, panna e formaggio tagliato a fili. A Livorno è celebre il cacciucco; tra le Marche e l’Abruzzo si cucina il brodetto, a Genova e nelle riviere il ciuppin. Se oggi è una specialità dai prezzi non proprio popolari, questo piatto della riviera di levante, soprattutto di Sestri e del Tigullio, ha un’origine povera. Pesci troppo piccoli per lasciarli interi o servirli a tranci venivano passati al mulinello (per evitare le spine!) e - nell’intingolo così ottenuto - si imbevevano pezzi di pane abbrustolito, spesso quello raffermo del giorno prima.

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“Pollo del generale Zuo Zongtang” - ristorante Bon Wei, Milano

Secondo il calendario cinese, l’anno nuovo inizierà il prossimo 16 febbraio sotto il segno del Cane. Elemento di terra maschile, il quadrupede è simbolo di fedeltà, onestà, calma e fiducia nei confronti del prossimo. Cosa c’è di meglio, quindi, che propiziarcelo con una gustosa ricetta consigliata dal ristorante Bon Wei di Milano?

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“Bagna caôda da bere” – ristorante Casa Vicina, Eataly Torino

Nell’elaborazione delle proprie ricette, lo chef-patron Claudio Vicina si lascia guidare non solo dalla propria esperienza e creatività, ma si ispira alla nonna Amelia: punto cardine di tutta la famiglia, la gentile signora ha trasmesso i valori del ricordo delle tradizioni ed il loro rispetto.

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“Marubini” – ristorante Caffè La Crepa, Isola Dovarese (CR)

Piatto tipico del cremonese con un ripieno a base di brasato, pistum (impasto di salame locale), Grana Padano e noce moscata, di casa in casa ogni marubino trasferisce – idealmente - nel suo “cuore”, l'amore per la famiglia di chi lo prepara. Cotti e serviti nel brodo ottenuto utilizzando manzo, maiale e gallina, il dito indice - su cui viene avvolto - è la misura ottimale per dar forma a questa proverbiale squisitezza regionale.

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“Filetto di Trota in bagno di fieno”, ristorante Jägerhof – San Leonardo in Passiria

Un’icona che ha ormai superato la maggior età (da oltre diciott’anni in menu!), ma che non smette di conquistare i palati dei gentili ospiti, ...

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“Lagane di grani antichi ai profumi dell'orto lucano” ristorante Luna Rossa, Terranova di Pollino

Le lagane sono tagliatelle senza uova che venivano preparate nelle cucine delle persone facoltose fino alla fine dell’Ottocento. L’impasto prevedeva l’utilizzo di diversi tipi di farina (ceci, fave e grano tenero chiamato "Carosello"); la pasta veniva in seguito condita con cacioricotta e scaglie di peperone secco.Questo miscuglio di farine, ricco di legumi, costituiva un’alternativa molto nutriente alla solita pasta a base di semola.

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Asparagi: bianchi, verdi o violetti?

Originari dall’Asia minore, lodati da Teofrasto, Catone, Plinio e dagli antichi romani che già nel 200 a.C avevano redatto manuali per la loro coltivazione, il nome asparago deriva dal greco aspharagosa a sua volta ispirato dal persiano asparag, germoglio. Brevi cenni storici da uno dei prodotti spontanei dalla terra più apprezzati dalle civiltà dell’arte classica e dagli chef de la guida MICHELIN. Che in Italia possono utilizzare otto diversi turioni – di cui quattro piuttosto rari e appartenenti a specifici habitat - in abito bianco, verde o violetto.

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Oliva Ascolana del Piceno DOP: storia, segreti e ricette

Deliziose sfere di bontà ad esaltare il fritto misto ed invenzione gastronomica marchigiana tra le più conosciute al mondo, l’Oliva Ascolana del Piceno DOP – da preparare con la “Livia Concia” già lodata al tempo degli antichi romani che le esportavano appunto da Ascoli – è uno dei piatti più rappresentativi di territorio e regione con tanto di consorzio di tutela dal 2005.

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Il vapore: cottura che rispetta il prodotto

Insita nel Dna culinario delle più importanti e antiche culture gastronomiche d’oriente come Cina e Giappone, la cottura al vapore – salubre metodo di trasformazione per il massimo rispetto del prodotto - è oggi una soluzione apprezzata ed utilizzata da numerosi chef stellati de la guida MICHELIN.

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“Spaghetto alle canocchie e pepe nero” - 31.10 Osteria Lorusso, Bisceglie

Scienziato curioso e personaggio eclettico, Benjamin Thompson Conte di Rumford (1753-1814) è stato un fisico e ingegnere britannico naturalizzato statunitense, che diede un significativo contributo alla termodinamica, occupandosi - tra l’altro - di metodi di cottura degli alimenti. Va, infatti, ricordato che Mr Thompson è stato probabilmente il primo a guardare all’atto del cucinare con occhi scientifici e a dedicare a quest’attività dei veri e propri saggi.

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Porcellane moderne: estetismi artigianali

Forma di arte applicata e decorativa, le porcellane moderne evolutasi di pari in passo con gli estetismi dell’alta ristorazione sono ormai un imprescindibile soggetto di ricerca. Tanto che sempre più chef de la guida MICHELIN si affidano a creazioni artigiane con pezzi unici disegnati appositamente per uno specifico piatto nella messa a punto della mise en place perfetta: universo di onde, gusci cesellati, superfici specchiate, campane di cristallo, elissi, mezze lune, ciotole elicoidali e cerchi concentrici su ceramiche dalle infinite trame e lavorazioni…

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Alzi la mano chi conosce le moeche!

Tenere seppur croccanti, dolcemente saline e con l’inconfondibile sapidità marina dei crostacei da laguna, le moeche sono un raro e costoso ingrediente stagionale di cui i veneti sono particolarmente orgogliosi e golosi.

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I Croxetti - ristorante “Amici”, Varese Ligure

Questa ricetta (in dialetto genovese corzétti, che si pronuncia [kurˈzetti]) nasce con tutta probabilità durante il Barocco quale abbellimento della pasta liscia.

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Lenticchia di Castelluccio; origini, usanze e ricette stellate

Coltivata su piani carsici a 1500 metri d’altezza e protagonista della celebre ed onirica fioritura di luglio - uno degli spettacoli naturali più scenografici del centro Italia - la lenticchia di Castelluccio di Norcia è un antico legume dalle eccellenti proprietà organolettiche geograficamente legato al Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

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La cipolla di Cannara

Argilla, acqua, potassio; elementi legati all’antica storia delle cipolle di Cannara coltivate da secoli nei terreni sabbiosi e paludosi attorno al piccolo comune umbro; località sulle rive del fiume Topino rinomata anche per la Vernaccia e dove nel 2003 è stato istituito il “Consorzio cipolla di Cannara”. Iniziativa che oltre a raggruppare i produttori locali, organizzare la filiera e tutelare la qualità, ha contribuito a salvaguardare il particolare bulbo ricco di minerali la cui fase d’ingrossamento è alimentata principalmente dalla presenza di potassio nelle umide aree del disciplinare.