Michelin Guide Ceremony 2 minuti 14 novembre 2022

I quattro Premi Speciali della Guida MICHELIN Italia 2023

Costellata da sorprese e colpi di scena, la 68esima edizione della Guida Michelin Italia 2023 ha fotografato numerosi temi della gastronomia contemporanea, anche attraverso l’assegnazione dei consueti Premi Speciali che hanno a loro volta acuito rilevanza e significato di quattro imprescindibili professioni e professionalità legate alla ristorazione.

Procedendo in ordine anagrafico, uno dei più rimarchevoli exploit della serata appartiene alla promettente narrativa culinaria di Davide Guidara. Nato 28 anni or sono a Cerreto Sannita - “paesino di quattromila anime cani inclusi” scherza - il brillante cuoco campano è stato tra i principali mattatori della cerimonia MICHELIN perché alla doppia conquista del primo macaron e della stella verde, il minuzioso lavoro svolto al ristorante I Tenerumi nell’isola di Vulcano ha permesso a Guidara di aggiudicarsi anche il Premio Giovane Chef by Lavazza: “Difficile credere a tutto ciò – spiega con gli occhi ridenti lo chef nativo della provincia di Benevento – ma di sicuro ci siamo tutti impegnati tantissimo per lavorare sempre al meglio delle nostre possibilità. Personalmente mi sono avvicinato alla cucina già a 14 anni lavorando sotto casa, poi sono partito per varie esperienze all’estero e quella al Noma di Copenhagen, è stata particolarmente significativa. Considero in qualche modo decisivo anche l’imprinting militare di mio papà che essendo colonnello dei Carabinieri, ha fatto sì che il mio lato artistico fosse supportato da metodo e disciplina. Inoltre – conclude Guidara – mi sono applicato molto sulla ricerca e la lavorazione degli ingredienti per assicurarmi che i piatti proposti in carta, aiutassero a cambiare la percezione del pubblico sui piaceri della cucina vegetale che può essere buona, gustosa e con ripercussioni positive su ambiente e salute”.

I Tenerumi/Sciosia
I Tenerumi/Sciosia

Al seguito dei numerosi allori assegnati al giovane cuoco trapiantato alle Eolie, la Star Revelation italiana ha celebrato l’esaustiva competenza enologica di Stefano Quero con il Premio MICHELIN Sommelier 2023, offerto dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Al ristorante Condividere di Torino, Quero si è distinto sia per la capacità di cogliere i gusti dei clienti che per la sensibilità nell’abbinare grandi vini e pregiati sakè di cui è esperto conoscitore, alle raffinate proposte gastronomiche ideate da Zanasi.
Altrettanto fondamentale nella buona riuscita di una serata al ristorante, è certamente il fattore ospitalità ed il Premio MICHELIN Servizio di Sala by Intrecci assegnato a Michael Falk ed Eleonora Corazza, ha puntato i riflettori sulla calorosa accoglienza dell’Apostelstube. Tra il torpore delle stufe e dei legni alpini come ideale complemento a gustose ricette d’alta quota opportunamente alleggerite, la storica insegna di Bressanone è quasi una casa lontana da casa dove “l’accoglienza di gran cuore viene comunicata con il sorriso – raccontano gli ispettori MICHELIN – tanto che una volta a tavola, sembra di cenare circondati dall’affetto di veri amici mentre giorno dopo giorno, gli attenti proprietari rinnovano una tradizione di ospitalità familiare che si tramanda sin dal diciottesimo secolo”.

La rassegna delle onorificenze speciali elargite dal Bibendum, si è conclusa con l’assegnazione del premio MICHELIN Chef Mentore 2023 offerto da Blancpain, ad un commosso Enrico Bartolini. Lo chef detentore di 12 stelle – puntualizza la guida rossa - ha formato e portato al successo numerosi cuochi senza utilizzare formule univoche e proteggendoli sotto la sua ala: “Dicono che la MICHELIN sia un po' avara – racconta Bartolini dal palco - ma con me è stata davvero molto generosa. Sono davvero emozionato e parlando di bravi allievi, faccio i miei complimenti a Boffa che reputo il miglior ambasciatore gastronomico del Piemonte”. Il resident chef della Locanda del Sant’Uffizio, contraccambia prontamente le parole del suo mentore: “Enrico è pacato, analitico e riflessivo; lavorare con lui è un piacere perchè riesce sempre a motivarti ed individuare le aree critiche in cui è possibile migliorare”. Al pensiero del cuoco piemontese, fanno eco le riflessioni di Alessandro Menditto; giovane cuoco del neo-stellato ristorante Fuoco Sacro, accanto allo chef patron Bergeretto: “Enrico (Bartolini) lascia spazio alle persone in cui crede; senza vincoli e senza modificare la loro idea di cucina. Secondo me è un grande chef ed un grande imprenditore”.

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Locanda Sant'Uffizio Enrico Bartolini/Calosso
Locanda Sant'Uffizio Enrico Bartolini/Calosso

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