Ristoranti 1 minuto 08 gennaio 2021

Tris di stelle MICHELIN in Veneto tra ville di charme e baite innevate

Baite casearie a 1800 metri di quota ed aristocratiche ville immerse in paesaggi ad alta vocazione vinicola.

Le location delle tre nuove stelle MICHELIN in Veneto non sono certo scevre di fascino ed il macaron ricevuto dai ristoranti Amistà, La Cru e SanBrite rappresenta un ulteriore motivo per dirigersi verso la terra degli Amaroni e fino alle leggendarie alture dolomitiche attorno a Cortina.

Una volta raggiunto il celebre comune montano al cospetto delle Tofane, la strada regionale accanto alla funivia del Faloria conduce ad una mulattiera in cui, proprio a ridosso di una curva e circondato dalla natura, si trova il SanBrite o malga sana. Il nome in dialetto ampezzano, scrive la guida rossa, “introduce alla qualità di questo intimo e caldo ristorante con cucina personalizzata a base di materie prime prodotte nell’azienda di famiglia” e prima di elencare i piatti da non perdere come le lumache alle erbe e gli spaghetti al pino mugo, le note degli ispettori MICHELIN si soffermano anche e soprattutto sull’artigianalità dei formaggi prodotti in loco: “Il carrello è strepitoso. In più ciascuno è un pezzo unico con la sua storia; accogliete l’invito di visitare la cantina di affinamento” suggeriscono. Al piacere dei metodi di una volta e lo stretto contatto con gli arcaici e silenziosi ambienti circostanti ed interni, il SanBrite è “validamente gestito da una giovane coppia” aggiunge la Guida MICHELIN mettendo in evidenza sia le fragranti proposte dello chef Riccardo Gaspari, che la simpatia e competenza della moglie originaria di Bologna ad occuparsi dei clienti in sala.

Se le suggestioni dell’esperienza Sanbrite gravitano attorno a usanze e sapori alpini, varcata la soglia del Byblos Art Hotel Villa Amistà che ospita l’omonimo ristorante neo-stellato, il colpo a effetto è affidato alla straordinaria facciata rinascimentale della dimora dinnanzi al tripudio di rose rosse, ulivi secolari ed una zampillante fontana accanto all’orchidea gigante di Marc Quinn. L’esplosione sensoriale prosegue nella hall del Tablet Hotel Plus di San Pietro in Cariano in cui gli affreschi del sedicesimo secolo esaltano la collezione di opere firmate da Kapoor, Damien Hirst, Basquiat, Rebecca Beecroft, Marina Abramovich e Alighiero Boetti. L’arte come “musa ispiratrice” - racconta La Guida MICHELIN - resta centrale anche nel variopinto ed onirico mondo del ristorante” in cui i piatti di Mattia Bianchi “giocano con il territorio evocando sempre intriganti note di modernità grazie a sapori ben dosati e l’ottima selezione d’ingredienti provenienti dal mare, dal lago di Garda, da monti e colline al servizio di creazioni come lo gnocco di fioreta di malga (ricotta), limone, scampi e salsa di foie gras.

Amistà - San Pietro in Cariano
Amistà - San Pietro in Cariano

Il contesto d’epoca ed i filari di uve Rondinella e Corvina attorno a Romagnano – piccolo borgo sulle colline della Valpantena - sono ambienti caratterizzanti anche per la nuova stella MICHELIN La Cru. L’insegna è ubicata all’interno della quattrocentesca Villa Medici Maffei Balis Crema e negli spazi riservati al ristorante, la cucina di Giacomo Saccheto “si muove leggiadra tra continue misurate invenzioni che convincono senza mai strafare”. Le parole degli ispettori fanno riferimento all’equilibrio ed originalità di piatti come le tagliatelle di riso, foglia di vite, gamberi di fiume, vinacce ed al coniglio servito con spuma di patate arrosto, mela e rosmarino. Due proposte da un “laboratorio” gastronomico che spicca per precisione di esecuzione ed intensità posizionando lo chef trentottenne – conclude la Guida MICHELIN, “tra i profili più interessanti del panorama gastronomico nazionale”.

La Cru - Romagnano
La Cru - Romagnano

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