La seconda stella MICHELIN assegnata al Santa Elisabetta di Firenze «è il miglior riscatto possibile alle enormi difficoltà professionali ed emotive di questi tempi così difficili» spiega lo chef salernitano Rocco De Santis che nella giornata del secondo macaron conquistato in altrettanti anni, racconta di aver vissuto «sensazioni indescrivibili seguite, purtroppo, dall’infinita malinconia per la scomparsa di Maradona».
Come quasi ogni ragazzo campano nato negli anni Ottanta, anche il quarantunenne De Santis è cresciuto nel mito di Diego e con le sue contrapposizioni emozionali, la data del 25 Novembre 2020 resterà per sempre impressa nella memoria dello chef: «La formula ideata da MICHELIN per la cerimonia di presentazione ha colpito dritta al cuore delle persone; i sentimenti e l’umanità dei premiati sono emersi in modo spontaneo e le scelte della guida continuano a sottolineare la centralità della meritocrazia nelle loro valutazioni. Al termine mi sentivo felice e leggero, ma quando ho poi aperto i social per leggere le tantissime congratulazioni ricevute da amici e conoscenti ho appreso che Diego se n’era andato e la memoria è subito corsa a quando andavo ogni domenica andavo al San Paolo per vederlo giocare. In quei tempi – prosegue De Santis - i bambini sotto al metro di altezza entravano gratis allo stadio e mio zio mi portava sempre con lui. Che gioia immensa vedere i dribbling, gol e giocate del numero 10 argentino e del Napoli. Credo che con il suo genio e la sua poesia calcistica, Maradona abbia regalato momenti di bellezza e felicità a miliardi di persone».
Dai campi di calcio ai fornelli ed in qualunque altra disciplina, traslare il proprio mestiere in una forma di espressione artistica è tra i principali indicatori di un talento fuori dal comune; ed è certamente questo il caso di Rocco De Santis che attraverso idee chiare, consapevolezza delle proprie capacità ed un rapporto intelligente e costruttivo con i proprietari dell’Hotel Brunelleschi (dimora di lusso che ospita il Santa Elisabetta nell’affascinante torre bizantina) ha instaurato un sofisticato polo di eccellenza gastronomica nel cuore storico di Firenze conquistando - oltre alla due stelle MICHELIN - l’esigente palato del pubblico locale: «Nel 2020, causa limitazioni di viaggio del Covid, abbiamo lavorato pochissimo con gli stranieri ed accolto molti fiorentini che della pandemia, non consideravano minimamente di cenare nei ristoranti stellati della città. Incredibilmente – prosegue De Santis – non solo abbiamo continuato a lavorare come nell’anno precedente, ma lo scontrino medio è addirittura aumentato. In più ho notato con piacere una clientela più attenta e consapevole che credo abbia apprezzato molto i nostri sforzi e la dedizione di tutto lo staff nell’alzare ulteriormente il livello del ristorante».
Oltre a passione e sacrificio che non devono mai mancare, non esiste un unico segreto per raggiungere certi traguardi, ma «di sicuro – prosegue lo chef originario di un piccolo paesino ricco di tradizioni alimentare artigiane nei pressi di Salerno - aver preso la prima stella MICHELIN l’anno scorso mi ha tolto un peso schiacciante permettendomi di lavorare con maggiore tranquillità». Altro importante elemento nel proporre una cucina curata e personalizzata «è la formula dei sei tavoli» puntualizza De Santis «una scelta a mio parere risulta determinante se si ambisce ad essere super precisi ed avere protocolli standard ottimizzati per lavorare solo con il fresco ed organizzando al meglio sia la linea gastronomica che mise en place. Oltre ad un servizio su misura, cucinare per pochi commensali aiuta ad evitare tempistiche pressanti che rischiano di compromettere la qualità del prodotto offerto». Dalle parole di De Santis, emerge una spiccata capacità nel captare le nuove esigenze del pubblico a loro volta acuite dal particolare momento storico: «Ho collaboratori molto preparati ed il nostro obbiettivo è regalare una vera emozione ai commensali offrendo un vero motivo per uscire di casa attraverso il richiamo prima ed il ricordo poi, di un’esperienza culinaria sia davvero indimenticabile». Stando ai riconoscimenti della selezione 2021 ed ai commenti degli ispettori MICHELIN che definiscono i piatti di Rocco de Santis “un esplosione di sapore ed esempi di fantasia, creatività, concretezza” la missione dello chef è perfettamente riuscita.