Vivere Ragusa Ibla e passeggiare nei suoi tesori è un ritorno al passato fatto di vicoli, scalinate, volte, archi e monumenti in pietra calcarea: quattordici dei quali iscritti a Patrimonio dell’Umanità.
Meraviglie arroccate s’una collina dell’altipiano e ricostruite a seguito del terremoto del 1693 rispettando la pianta medioevale della città, che trova nel mistico confort dell’Eremo della Giubiliana - nei dintorni della città - una delle sue risorse più affascinanti. Altra “bomboniera” del’ospitalità è il Relais&Chateaux Locanda Don Serafino; hotel scavato nella roccia come l’omonimo ristorante stellato. Straordinaria ubicazione per “la ricerca gastronomica nel meglio della produzione isolana di Vincenzo Candiano (piatti da non perdere zuppa di pesce con crostoni; spaghetti neri con ricci, ricotta e seppia) in un menu che coccola parimente terra e mare”. Le note degli ispettori MICHELIN mettono in evidenza anche il ristorante, panetteria e pasticceria I Banchi, nonché il Duomo, entrambi gestiti da Ciccio Sultano: alchimista ai fornelli la cui cucina è una dichiarazione d’amore per la Sicilia.
Percorsi culinari d’autore nel cuore storico di una località che oltre al Duomo di San Giorgio, conta più di cinquanta chiese collocate attorno al Giardino Ibleo (il più antico dei quattro presenti a Ragusa) e lungo la preziosa collezione di palazzi nobiliari adornati di soffitti affrescati, marmi e stucchi. Alcuni dei quali – come al Giardino sul Duomo – con tanto di frutteto, piscina privata ed una terrazza panoramica dalla straordinaria vista; soprattutto la sera con la città illuminata. Il surplus di atmosfere notturne e la quiete nei dedali di stradine in pendenza a collegare monumentali opere come la Cattedrale di San Giovanni Battista con gli estetismi barocchi della “città dei tre ponti”, aprono ad introspettivi momenti di memorabile impatto emotivo, perché da vicino e alla distanza il cuore storico di Ragusa è una visione di rara bellezza. Come per l’aspra solitudine dei Monti Iblei: sentinelle su paesaggi rurali dalle millenarie testimonianze con ipogei romani, necropoli paleocristiane, monasteri del ‘400 e fattorie delimitate dai muretti a secco.