News 2 minuti 03 agosto 2022

Nuovi ristoranti nella Guida MICHELIN: Cut, Ca' Mia, Ahimè, Sintesi

Cut, Ca' Mia, Ahimè e Sintesi entrano a far parte della Guida MICHELIN Italia, insieme agli altri esercizi citati in fondo all’articolo

Cut – Caravaggio BG
Nella pianura bergamasca e nel paese celebre per l’omonimo pittore e per un santuario che è meta di numerosi pellegrini, Cut è un accogliente locale di tono moderno e arredi vintage, con poltrone in velluto blu petrolio in tipico stile anni Settanta, luce soffusa, tavoli in legno e qualche quadro.

Lo chef Andrea Fresia, dopo varie esperienze in zona ed altre che lo hanno portato decisamente più lontano, ha deciso di intraprendere questa avventura. La cucina è concreta, ma al tempo stesso capace d’intrattenere e divertire il cliente con sapori e accostamenti inusuali.  Se a pranzo si propone una conveniente formula business lunch di qualità, la sera la carta assume una veste più articolata, mettendo in tavola piatti di gusto contemporaneo, soprattutto di pesce, ma non solo. Un imperdibile del menu? L’Intoccabile: spaghetto Mancini cotto nella bisque di gamberi, mantecato con burro ai ricci di mare e servito con tartare di gambero rosso siciliano.



Cut Ristorante - Starter
Cut Ristorante - Starter

Ca' Mia – Alserio CO
Sulle colline che incorniciano il lago di Alserio, Ca' Mia è un locale intimo e accogliente, dove lasciarsi accompagnare in un percorso fatto di sapori ed emozioni, mentre all'esterno un’ampia terrazza immersa nel verde si offre quale alternativa per il servizio estivo.

Con lo spirito di far sentire a casa i suoi ospiti, lo chef Simone Tanzi mette in tavola piatti dall'estro moderno, prediligendo cotture alla brace, fermentazioni e conserve sott'aceto, l’utilizzo di specie ittiche solo di lago, nonché fiori, erbe spontanee e aromatiche coltivate nella propria serra (ottimo il luccio perca, pesche e lavanda!). La sua è una carta raffinata e in continuo sviluppo, che valorizza la materia prima e si muove tra i due elementi simbolo del luogo, acqua dolce e terra, senza rinunciare ai sapori della tradizione, nonché a spunti d’Oltralpe. Di pari passo la selezione enoica, in costante evoluzione ed espansione.

Ca' Mia - Esterno
Ca' Mia - Esterno
Ca' Mia - Salmerino
Ca' Mia - Salmerino

Ahimè – Bologna BO
Ahimè è un piccolo ristorante farm-to-table nel centro della città, poco distante dal caratteristico Mercato delle Erbe. Ogni giorno qui si celebra l’ospitalità, attraverso una cucina creativa basata sulla stagionalità degli ingredienti, prevalentemente a base vegetale, con un menu che cambia settimanalmente. Quotidianamente si presenta la possibilità di trovare una o più proposte diverse in quanto si lavora solo con piccole quantità.

Tutti i piatti seguono il flow della cucina e sono pensati dallo chef Lorenzo Vecchia per essere eventualmente condivisi, anche se non esiste una netta divisione in portate. Ogni piatto assurge al ruolo di protagonista, indipendentemente che sia a base vegetale o animale, come nella millefoglie di patate, paprika e crema di mais. Oltre ai due menu degustazione da 3 o 5 portate vi è anche una carta, nonché un posto di riguardo per il pane, a cui sono riservate le migliori farine da grani locali e un lievito madre di oltre dieci anni.

La scelta dei vini è guidata dalla passione dei padroni di casa: buone pratiche, produttori poco conosciuti e vini sinceri. Si cerca di seguire la filosofia del trattamento del vino organico e biodinamico con minimi o, se possibile, senza interventi da parte dell’uomo. Ahimè, non avere altri indirizzi così!

Ahimè - Interno
Ahimè - Interno
Ahimé - Ravioli oca sedano rapa
Ahimé - Ravioli oca sedano rapa

Sintesi – Ariccia RM
«Noi cerchiamo di eliminare il superfluo. Non siamo un ristorante gourmet, non siamo una trattoria, non siamo una hosteria. Siamo quello che i nostri piatti dimostrano di essere» con questa dichiarazione i tre giovani soci Matteo Compagnucci, Sara e Carla Scarsella si presentano alla scena gastronomica e introducono il loro delizioso Sintesi, ristorante contemporaneo nel cuore dei Castelli Romani. La volontà è quella di unire nel piatto ingredienti diversi per natura e provenienza, mettendo al servizio della comunità locale - e non solo - le esperienze da loro maturate in giro per il mondo.

L'idea di cucina è la sintesi dei loro “trascorsi”: dal lavoro a Copenaghen riportano l’attività del foraging e la preparazione di fermentati, da quello nei locali di Neil Perry l'utilizzo del forno a carbone, la cottura in griglia e le marinature cinesi con i fondi di cottura. I metodi di Josh Niland circa la lavorazione del pesce (ovvero trattarlo come fosse carne) diventano fonte di ispirazione per lavorare l’animale intero utilizzando le varie parti per innumerevoli preparazioni. Tutte le tecniche - dalle fermentazioni alle marinature, sino alla frollatura del pesce - sono al servizio del gusto e vengono utilizzate con lo scopo di valorizzare i prodotti del territorio e ridurre al minimo gli sprechi.

Oltre ad una bella selezione enoica, non mancano una carta di birre artigianali, una piccola sezione dedicata a cocktail, succhi e kombucha preparati dagli chef e proposti anche come pairing analcolico nei menu degustazione.

Matteo Compagnucci, Carla Scarsella, Sara Scarsella_ SIntesi_ph. Andrea Di Lorenzo
Matteo Compagnucci, Carla Scarsella, Sara Scarsella_ SIntesi_ph. Andrea Di Lorenzo
Sintesi - Dessert
Sintesi - Dessert

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