Cucina e dintorni 1 minuto 30 settembre 2019

Mise en place made in Murano

La lavorazione del vetro di Murano è una forma d’arte applicata di rara raffinatezza e complessità che dalle fornaci di mattoni rossi costruite lungo i canali dell’isola nella laguna veneziana, ha conquistato il mondo diventando uno dei prodotti italiani più riconoscibili e apprezzati grazie al connubio tra estetica e tecniche rimaste sostanzialmente immutate nel tempo.

Nel nuovo millennio come nel tredicesimo secolo infatti, i mastri vetrai di Murano utilizzano forni con temperature fino a 1000° per portare il silicio allo stato liquido e poi plasmarlo – sempre e solo nella fase di raffreddamento quando il materiale è più malleabile e con i vari strumenti del mestiere quali bardella, borsella, crogiuolo, canna da soffio e pontello - in sontuosi lampadari, magnifici vasi, visionarie opere d’arte come i Sassi Segreti esposti al Museo Fortuny ed ovviamente in originali collezioni di piatti e bicchieri per mise en place eleganti e soprattutto, uniche.
Non stupisce, dunque, se molti ristoranti stellati MICHELIN da Venezia a Ragusa Ibla ed altolocate tavole private dal Canal Grande all’Upper East Side, scelgano le infinite varietà di stoviglie fatte a mano utilizzando il vetro di Murano: creazioni che appartengono alla categoria del lusso artigianale e personalizzato (al momento dell’acquisto è sempre consigliabile richiedere la certificazione di autenticità) ottenute da caratteristiche decorative dalle tradizioni centenarie.

Come ad esempio l’imprescindibile soffiatura (con origini nell’area sino-palestinese nel I secolo a.C) oppure “l’avventurina” inventata proprio a Murano intorno al 1420 in cui a fusione conclusa, si aggiungono frammenti di rame. Altra preziosa varietà è il “cristallo: puro, incolore ed il più pregiato tra i vetri muranesi sin dal Medioevo. La filigrana è invece una tecnica a caldo con bacchette incrociate oppure a spirale; lattimo un vetro latteo che nacque a metà del quindicesimo secolo per emulare la porcellana cinese mentre il “sommerso” - ottenuto sovrapponendo strati vitrei di diverse cromie – risale agli anni ‘30. La fase di seconda lavorazione del vetro di Murano infine è dove piatti e bicchieri vengono rifiniti con smalti, conterie, molatura e lo squisitamente veneziano vetro a specchio rivestito di argento o alluminio risalente al Rinascimento. Se il tema vi appassiona l’isola di Murano è facilmente raggiungibile in vaporetto da Fondamenta Nuove ed oltre alle tante fornaci, c’è un interessante Museo del Vetro con manufatti storici e stravaganze contemporanee.

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