Cucina e dintorni 1 minuto 11 settembre 2020

La madeleine di Proust, il croissant dell’ispettore MICHELIN!

Dopo la ripartenza di quest’estate, non vediamo l’ora di tornare a visitare le nostre aree di pertinenza per capire le evoluzioni del turismo, scovare indirizzi, controllare quelli già conosciuti e testare le cucine dei nuovi chef nei ristoranti più prestigiosi.
Il bellissimo lavoro dell’ispettore della Guida Michelin è in evoluzione e ora, come non mai, controlliamo i social, scattiamo foto intriganti ad ogni angolo, spesso ci fermiamo in macchina per apprezzare una vista che non costituendo la destinazione, forse, non rivedremo più.
Ma viaggiare vuole dire anche… emozionarsi! Vi raccontiamo, quindi, un momento di vita di un’ispettrice che, speriamo, vi faccia iniziare la giornata con un sorriso.
Agli esordi della mia professione sono incappata in un’esperienza estremamente formativa e al tempo stesso emozionante.

Nelle alpi bellunesi, alloggio in una baita del 1700 (completamente in legno: uno scricchiolio continuo!); tre o quattro stanze in tutto, ben arredate in un originale stile alpino.
La sera ceno in un ottimo ristorante della zona, dopodiché scrivo qualche impressione e mi addormento. La mattina mi sveglio in una maniera tanto inusuale quanto poetica. Il profumo del caffè della moka mi avvolge e, una volta alzata, mi soggiunge anche il profumo di croissant appena sfornati.
Con un balzo sono già in doccia, velocissima, mi preparo e - con passo felpato per non svegliare eventuali altri clienti - scendo le rigide scale in legno antico che anch’esse non si sottraggono allo scricchiolio. Entro nella sala con la stube, il tepore è confortante e il buffet strepitoso! La moka pronta sul tavolo, torte e biscotti fatti in casa, yoghurt di un produttore vicino, miele e confetture, il pane fragrante appena sfornato e… il croissant. Ne assaggio uno e - poco dopo - mi tocca scendere a compromessi con la mia gola, che ha la meglio. Ne mangio anche un secondo. Un succo, il caffè, e poi una fetta di torta alle mele. Insomma, quella colazione della domenica mattina che solo le case di campagna potevano preparare…
Dopo qualche visita in alberghi e agriturismi della zona, arrivo all’ora di pranzo sebbene io abbi ancora in mente (e nello stomaco) i croissant fumanti; l’appetito naturalmente latita.
Purtroppo, sì: devo ammettere che il secondo croissant è stato di troppo.
Un vero peccato di gola da “principiante”. Errore irripetibile, ma che croissant!



Cucina e dintorni

Continua ad esplorare - Articoli che potrebbero piacerti