Ristoranti 1 minuto 10 agosto 2020

Vodo di Cadore: ristorante Al Capriolo

Luogo da non mancare sin da metà Ottocento nato con l’Asburgica strada Alemanna, la stella MICHELIN Al Capriolo sorge in un’elegante casa d’atmosfera mitteleuropea dagli oltre 150 anni di storia.

Iniziata quando la regnante Maria Teresa d’Austria, decise di collegare Venezia, il Tirolo e la Baviera per scopi strategico-commerciali con l’attuale SS51 che attraversa Vodo di Cadore: tipico borgo ladino in cui l’insegna (da sempre proprietà della famiglia Gregori) racconta il suo passato esibendo trofei di caccia, affreschi, orologi e argenteria tra legni alpini e luminose vetrate, ma anche con un nuovo wine-bar all’ingresso. Elementi evocativi delle tradizioni montane e trasparenze sui massicci dell’Antelao e del Pelmo: monumenti dolomitici a vegliare su territori di grande ricchezza gastronomica da cui il ristorante Al Capriolo attinge a piene mani.
La selezione di abbinamenti, tanto creativi quanto ispirati ai sapori di una volta, parte sempre dalla natura circostante, dai prodotti artigiani e dagli allevamenti locali. Trittico alla base di una genuina e precisa filosofia intuibile da ogni voce e reparto del menu: Tartare di cervo, rape rosse e pan brioche; trancio di salmerino cotto a 55°, rape marinate al bergamotto, oxalide, salsa alla prugna; cappellacci piastrati ripieni di cotechino su vellutata di fagioli gialet, miso e tartufo bianco.

L’ottimo livello delle preparazioni di Francesco Paonessa - chef perfettamente a suo agio con le materie prima della Val Boite e dintorni - trovano riscontro anche nelle note degli ispettori MICHELIN che al seguito della visita, hanno messo in evidenza l’orto e il bosco (cereali soffiati, ortaggi, radici, tuberi e funghi), il gran piatto di cacciagione ed il tiramisù sferico. Il restyling non ha risparmiato il fratello minore, il Capriolino: osteria con poche specialità tradizionali ad un prezzo interessante. E se proprio volete prolungare la sosta, sei belle suite sono a disposizione degli ospiti per indugiare in questi territori di pascoli e limpidi torrenti, di foreste e vette patrimonio Unesco, di rifugi con spettacolari terrazze panoramiche e di antiche malghe in cui degustare latte appena munto e prelibatezze casearie d’alta quota.

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