L’agorà allestita dagli organizzatori per il lancio della prima guida “rossa” dedicata ad uno stato americano, rispecchia perfettamente l’accettazione delle diversità - non solo gastronomiche - della West Coast come base strutturale e progressista di una felice e curiosa convivenza tra diverse etnie, popoli e nazionalità. Ed in questo senso le tante fisionomie somatiche dei nuovi chef (giapponesi, indiani, marocchini, nord americani) stellati chiamati sul palco dal Direttore delle guide Internazionali Gwendal Poullennec, sono la perfetta espressioni di una felice convivenza ad emanare stimoli ed ambizioni all’interno di un movimento gastronomico unico nel suo genere.
Un movimento in cui ogni diversa tradizione gastronomica, ogni ingrediente locale, ogni forma di sostenibilità alimentare ed i sapori dai vari continenti, spingono lo spirito creativo della professione chef attraverso infiniti interscambi gustativi e sovrapposizione di tecniche e sfumature culinarie. Elementi raccontati dai volti sul palco, dagli accompagnatori in platea e dagli assaggi serviti durante l’unveling come il cous cous al vapore, crema di avocado, riccio di mare e uova di trota; lo spiedino di wagyu alla griglia con erbe aromatiche; il crab cake dal Maryland; il tamale uni e legumi; gamberi di Santa Barbara in spuma di mare; tacos di ahi tuna e coriandolo.
Un viaggio gourmet a sfiorare tutti i continenti tra musica R&B, Pinot Noir e bollicine da Sonoma e Napa, e squisite ricette supervisionate da alcuni dei grandi maestri premiati dalla guida MICHELIN California. Evento che a prescindere da latitudini, abitudini e formalità di rito è sempre e sopratutto una grandissima emozione. A volte impossibile da celare come per le lacrime di gioia della chef Niki Nakayama del nuovo due stelle n/Naka di Los Angeles in cui il team è composto da 13 donne e 7 uomini. Ad ogni nome annunciato dalla platea s’innalzano piccoli cori ed infiniti abbracci ed high fives; specie quando è il turno di Michael Cimarusti del Providence (nuovo bi-stellato) e Jeremy Fox del Rustic Canyon. Alcuni cuochi dal Sol Levante si limitano ad un sentito inchino, altri stringono i colleghi, altri ancora fanno pose buffe mentre alle loro spalle le onde nate dall’altra parte della luna s’infrangono su Huntington Beach. Al seguito della cerimonia il Dj azla il volume, il calore delle griglie aumenta ed al calar del sole, il cortile-agorà agghindato a festa è un ulteriore affresco di come il mitico Golden State offra la perfetta osmosi d’interscambi culinari e culturali in un meraviglioso territorio di mare, deserti, colline e montagne per un melting pot di grande bellezza e bellezze tra tatuaggi, pettinature hipster, ambizioni, accettazione, rispetto e varie forme d’avanguardia. “La California è un trend setter anche a livello culinario – sorride Poullennec - grazie a chef eccezionali che utilizzano prodotti sani ed eccellenti; e questo non è che l’inizio”.