Aspetti enfatizzati dalle note private degli ispettori MICHELIN, che oltre ad elogiare la tutt’altro che semplice impresa nel mantenere qualità e piacere dell’accoglienza nel tempo, lodano il rispetto delle tradizioni e la genuinità delle proposte in carta: «La cucina è fortemente radicata nel territorio e decisamente legata alle stagioni. Inoltre, cosa che non guasta mai, i prezzi sono competitivi». Combinazione ideale per spingersi fino a Castiglione delle Stiviere, dove il ristorante si è trasferito nel 1979, e dedicare qualche conviviale ora alla degustazione di luccio in salsa mantovana, sformatini di polenta “consa”, tortelli di zucca o alle erbette, agnolini in brodo, risotto alla pilota, stinchetto di maiale, insalata di faraona di campo condita con uvetta, pinoli e marsala. Piatti altamente tipici in cui i greatest hits della cucina mantovana, l’eredità gourmand dei sontuosi banchetti dei Gonzaga e le antiche usanze contadine sono accomunate da attente preparazioni in cui nulla è mai lasciato al caso.
La posizione geografica della storica insegna, situata ai piedi delle ondulazioni moreniche nel punto in cui la Pianura Padana si avvicina alle sponde del lago di Garda, è un altro motivo d’interesse. Il territorio circostante offre infatti la possibilità di gite lacustri, cantine dalle rinomate produzioni enologiche e la visita ad insediamenti fortificati di notevole interesse architettonico come Sirmione. Come interessanti sono i trascorsi di Castiglione delle Stiviere; patria di San Luigi Gonzaga e della Croce Rossa nata al seguito della Battaglia di Solferino (1859). Paese in cui oggi, vicino alla chiesa ossario, si trova il museo dedicato all’Unità d’Italia. Infine, per un epilogo romantico e inaspettato, dirigetevi nei graziosi borghi di ponti e casette in pietra adagiati sul fiume Mincio. Fotogrammi fiabeschi ad appena venti chilometri di strada dalla fabula gastronomica raccontata dalla secolare Hostaria Viola.
Hero image: primo piatto Hostaria Viola ©Paolo Socini