Pneumatici, route-planning ed ospitalità: l’universo MICHELIN al servizio dei viaggi stradali
Da oltre un secolo, l’ecosistema MICHELIN assicura ai viaggiatori esperienze sui generis che dagli affidabili pneumatici ai consigli certificati inerenti a gastronomia ed hotellerie, trovano comune denominatore nella ricerca dell’eccellenza. In Svizzera come in buona parte dei paesi del mondo, i servizi e suggerimenti del Bibendum supportano la mobilità a trecentosessanta gradi aiutando passeggeri e conducenti a creare il proprio percorso abbinando la fornitura di gomme sostenibili e tecnicamente all’avanguardia, con la pianificazione dell’itinerario stradale e la scelta delle soste preferite indicando insegne stellate, Bib Gourmand ed i grandi alberghi insigniti con le nuove Chiavi MICHELIN.
Gstaad: la perla del Saanen
Restando sul tema alberghi, è opportuno sottolineare come l’ascesa del turismo a Gstaad – una delle nove frazioni del comune di Saanen e villaggio di signorili chalet in legno edificato a 1.050 di altezza - sia riconducibile alla ferrovia Montreux-Oberland Bernois che inaugurata nel 1905 in concomitanza con l’apertura di diversi hotel, facilitò l’arrivo di un turismo di alto profilo composto d’affluenti famiglie, facoltosi uomini d’affari, dinastie e star di Hollywood quali Grace Kelly, Elizabeth Taylor, Richard Burton e Roger Moore. Oggi come allora ed anche grazie all’apporto degli alunni (e genitori) provenienti dall’istituto Le Rosey (scuola privata con retta annuale di 300.000 franchi l’anno) che organizza campus nella località, Gstaad è il villaggio più ambito e sofisticato delle Alpi svizzere tanto che il restauro di uno chalet (non è praticamente possibile edificarne di nuovi) può costare 15.000 franchi al metro quadro.
The Alpina Gstaad: alla corte del sontuoso 3 Chiavi Michelin
Aperto ad inizio Novecento e completamente ricostruito utilizzando circa 13.000 metri quadrati di legno esclusivamente riciclato, l’albergo The Alpina Gstaad miscela la grandeure dei palazzi d’inverno, con l’intimità di uno chalet. Ogni angolo e dettaglio dell’indirizzo è curato con rimarchevole dovizia a partire dagli scintillanti mattoncini di pietra Riggenberg, utilizzati per le pareti. Nella costruzione dell’hotel quest’ultimo materiale proveniente da una cava nei pressi del lago Brienz, è stato lavorato a mano per cinque lunghi anni, da un team di cinque persone. The Alpina Gstaad è un’opera omnia di ospitalità che dalla professionalità del servizio alle amenità per gli ospiti – senza dimenticarsi della collezione di arte contemporanea al suo interno a sua volta esaltata da reperti artigianali di elevato pregio - si è rivelata la più eclatante apertura alberghiera della destinazione da cento anni a questa parte.
Un garage da mille e una notta
Pur ospitando meno di 60 stanze, The Alpina Gstaad ha tutti i crismi dei grandi e storici alberghi di alta montagna. Immerso nelle conifere, l’edificio fiabesco sorge in posizione defilata e soprelevata sul villaggio accogliendo i propri clienti con un futuristico parcheggio sotterraneo adornato da luminarie e giochi d’acqua, in cui transitano alcune delle vetture più preziose del mondo.
L’Hub gourmand di Gstaad tra stellati, ingredienti locali, sushi d’autore e mixology
Una volta varcato l’ingresso, lo spettacolare colpo d’occhio prosegue con complesse scalinate accanto a cascate di fiori ed opere d’arte. Il primo piano annovera la fumoir in stile cubano, una lounge panoramica con camino, il cocktail bar, il Japanese Whiskey Bar (con bottiglie da collezione dal valore di 75.000 franchi cadauna) e la sala colazioni in stile contemporaneo dove oltre allo straripante buffet con lievitati, cereali, dim-sum e salmone marinato, viene proposta un’ampia selezione di proposte à la carte che spaziano dalle uova cucinate in vari modi ad alcuni piatti tipici della cucina indiana, giapponese, francese ed italiana.
Sommet by Martin Göschel: la stella MICHELIN di Gstaad
Sempre all’interno del The Alpina Gstaad, sorgono tre ristoranti e due di questi – Sommet by Martin Göschel e MEGU – sono parte della selezione Guida MICHELIN che a Gstaad conta sei insegne totali. Ciò significa che The Alpina Gstaad rappresenta l’epicentro gastronomico della località svizzera grazie allo scrupoloso lavoro di ricerca del ristorante una stella MICHELIN Sommet by Martin Göschel. L’indirizzo presenta un’esperienza culinaria a base d’ingredienti autoctoni, incentrata su salvaguardia e recupero delle materie prime del territorio tanto che per limitare gli sprechi, il menù è composto da circa 8 piatti (più il carrello di formaggio) e gli ospiti sono invitati ad ordinare à la carte oppure a creare il proprio percorso degustazione, attingendo dalle proposte ideate dall’Executive chef dell’albergo Martin Göschel.
MEGU: sakè ed o-toro dai toni glam
Assieme ad una delle cantine di sakè più fornite della Svizzera e gestita con affabile competenza dal manager italiano Andrea Piras, il ristorante MEGU delizia i commensali con sensazionali nigiri di o-toro e di chu-toro (le parti più pregiate del tonno rosso), ad anticipare piatti giapponesi tradizionali arricchiti da slanci creativi ed ingredienti quali wagyu. L’esperienza culinaria alterna atmosfere glamour, sofisticati arredi ispirati all’Estremo Oriente curati dal designer Noé Duchafour-Lawrence e scenografiche preparazioni flambè completate in sala. Non manca inoltre il bancone dedicato al sushi e sashimi preparati dal maestro Tsutomo Kugota. Per chi volesse cenare fuori dall’albergo, Gstaad ha altri quattro ristoranti segnalati dalla Guida MICHELIN, tra cui il Bib Gourmand The Mansard Restaurant.
Scivolando sugli sci tra ghiacciai perenni e boschi innevati
Appena fuori dall’albergo e gestito dall’ente del turismo di Gstaad, il comprensorio sciistico della località annovera 62 piste e 38 impianti di risalita distribuiti in varie zone. Le attività all’aria aperta rappresentano una delle principali attrattive della vacanza nel Saanenland ed in queste latitudini, anche le ovovie presentano trame da haute couture abbinando soffici sellerie, vetrate panoramiche e linee di design. Raggiunto l’apice delle montagne circostanti quali Rubli, Stockhorn o Les Diablerets (distante 15 minuti di auto via Col du Pillon) si trovano piste per ogni livello, discese da slittino, club per soli soci ed evocativi rifugi in legno. Tra le tante esperienze da non perdere, spicca la salita in funivia al Glacier 3000 da cui ammirare la vista circolare su 24 cime innevate superiori ai 4.000 metri come Eiger, Mönch, Jungfrau, Cervino e Grand Combin.
Le nuove frontiere del wellness dal biohacking alla crioterapia
Rientrati in hotel dopo le avventure outdoor, The Alpina Gstaad propone ai propri ospiti un esaustivo numero di trattamenti nella Spa firmata Six Senses dove oltre a sauna e bagno turco (con cold plunge), due piscine (di cui una esterna), palestra con attrezzature di ultima generazione, stanza con sala dell’Himalaya e molto altro, ci sono diversi comparti dedicati a camere iperbariche, massaggi e biohacking. Uno delle pratiche energizzanti, lenitive ed antietà più apprezzate dagli ospiti incorpora quattro diversi trattamenti a partire dal Pemf Therapy con pulsione elettromagnetiche, seguito dall’Hypermax dove per circa 10 minuti si pedala s’una cyclette respirando ossigeno puro al 93%. Il terzo tassello è una sessione nella capsula del Red Light Therapy progettata per stimolare la rigenerazione cellulare e le funzioni metaboliche, mentre il quarto step sono 3-4 minuti di Crioterapia che a meno 87 gradi, stimola la circolazione, riduce le infiammazioni ed accelera il recupero muscolare.
Il rito della fonduta, en plein air
I trattamenti e l’area benessere rappresentano anche un’ottima soluzione per bruciare le calorie dell’esperienza fondue. Con i suoi formaggi preparati con latte di mucche al pascolo, la Svizzera è la patria indiscussa della raclette e della fonduta. Tramite l’ente del turismo del Saanenland è possibile prenotare e ritirare il proprio fondue back-pack presso la latteria artigianale di Schonreid. Lo zaino contiene tutto il necessario (fornello, pentolino, pane fresco e formaggio) per degustare la tipica preparazione in piccole strutture in legno dislocate nella natura alpina, conosciute con il nome di caquelons.
Dalla patria dell’off-road chic a quella della mobilità a zero emissioni
Dal Canton Berna al Canton Vallese sono circa due ore di guida e se Gstaad è l’epicentro dei fuoristrada aristocratici come Grenadier, Defender e G-Wagon, Zermatt è un interessante caso di studio sulla mobilità a zero emissioni locali. Chiuso alle automobili dal 1931 e da quel dì sostituite dalle carrozze in legno trainate dai cavalli tutt’oggi presenti al Grand Hotel Zermatterhof, il paesino svizzero ha bandito la circolazione ai motori termici tramite i referendum tenutisi tra il 1972 ed il 1986.
Zermatt: i consigli logistici per raggiungere il villaggio montano all’ombra del Matterhorn
Per raggiungere la destinazione, la vettura va lasciata nei parcheggi di Tasch. Da qui si prosegue in treno mentre un’altra possibile e più comoda soluzione, è posteggiare la macchina al Welcome Parking di Tasch che organizza transfer privati verso la località. Una volta a Zermatt, ci si muove a piedi oppure con uno dei 500 mini-pulmini elettrici (da 4 metri di lunghezza per 1,40 di larghezza) che fanno spola tra chalet, boutique ed impianti di risalita. I mezzi Ev sono utilizzati da commercianti, servizi comunali, forze dell’ordine, hotellerie e dagli onerosi taxi locali.
Gli echi storici del Grand Hotel Zermatterhof: 1 Chiave MICHELIN
Ogni località turistica ha un albergo di riferimento ed il Grand Hotel Zermatterhof ubicato nel centro storico di Zermatt con maestosi panorami sulla parete nord del Cervino, è il ritrovo prediletto dal jet-set internazionale sin dalla sua fondazione nel 1879. Insignito con 1 Chiave MICHELIN e parte del gruppo MyMatterhorn che gestisce numerosi hotel e ristoranti all’interno del comprensorio, l’indirizzo 5 stelle è un tempio del bon vivre alpino con interni e servizi di caratura internazionale.
La carrozza blu imperiale del Grand Hotel Zermatterhof
L’edificio sorge in pieno centro ed in posizione privilegiata accanto al Museo del Matterhorn. L’arrivo in struttura a bordo della carrozza tinta di blu imperiale e trainata da un cavallo bianco, è un evento a sé stante e la qualità del susseguente soggiorno, risulta perfettamente allineata con quella della migliore ospitalità elvetica.
Colazione con vista Cervino e gastronomia stellata MICHELIN
Al risveglio, la grande sala colazioni arredata da soffitti in legno e mobili d’epoca del Grand Hotel Zermatterhof, mette in scena atmosfere d’altri tempi tra crepes à la minute, fragranti preparazioni e cocktail di gamberi impeccabilmente serviti al suono del pianoforte. La vista dalle finestre è impreziosita dal profilo del Matterhorn e l’aura storica dell’indirizzo più famoso di Zermatt, acquisisce ulteriore charme al calar del sole quando sia gli ospiti dell’albergo che la clientela esterna, può prenotare un tavolo negli accoglienti spazi dell’Alpine Gourmet Prato Borni. Insignito con 1 macaron MICHELIN ed intitolato al nome originale di Zermatt, il ristorante è uno dei quattro stellati della località. L’indirizzo ha una faraonica carta dei vini ad accompagnare i percorsi culinari messi a punto da Heinz Rufibach. Lo chef ha sviluppato un particolare concept gastronomico alpino “realizzato con ingredienti d’eccellenza ed espresso dai menù Heimat (ispirato alla tradizione regionale) e “Fernweh” rivolto ai climi esteri”.
Escursione al Matterhorn Glacier Paradise: la stazione sciistica più alta d’Europa
L’area sciistica attorno a Zermatt incorpora 323 km di piste servite da 53 impianti e le due cabinovie che collegano il villaggio con l’apice del Matterhorn Glacier Paradise, conducono a 3.883 metri di quota. Una volta arrivati nella stazione a monte più alta d’Europa dopo un’ascesa da brividi tra pareti verticali, forcelle innevate e ghiacci perenni, l’emozioni proseguono con i panorami circolari su 14 ghiacciai e sulle 38 cime superiori ai quattromila metri dislocate tra Italia, Francia e Svizzera. Se le condizioni meteo lo permettono, da qui è possibile sciare verso il Plateau Rosa e quindi nel comprensorio di Breuil-Cervinia sempre al cospetto dell’inconfondibile fisionomia del Matterhorn la cui aguzza vetta, sfiora i 4.478 metri di altezza.
Lusi Brasserie: classici culinari con panorami mozzafiato
Tornando alla gastronomia locale, la Guida MICHELIN segnala a Zermatt 14 ristoranti ed uno degli indirizzi più richiesti è Lusi Brasserie. L’insegna si trova all’interno del Grand Hotel Zermatterhof confermando il ruolo di quest’ultimo come one top destination. Oltre che nell’elegante sala caratterizzata da pannelli in noce e soffitto a volta vetrato, il servizio si svolge anche nel dehors esterno da cui i clienti possono contemplare forma e rilievi della montagna più iconica del paese. Lo status dell’indirizzo trova infine ideale compendio nei piatti “classici di Lusi” come la testina di vitello, i ravioli funghi e tartufo, l’escargot, l’ossobuco alla piastra, la Wiener schnitzel ed il flammkuchen accompagnati da un’esaustiva selezione enologica ed ottimi cocktail.
Il trenino a cremaliera sul Gornergrat
Collocato a 3089 metri di altezza, il Gornergrat presenta un’impareggiabile vista sul Cervino, sui 29 quattromila dell’area geografica ed anche sul ghiacciaio più lungo delle Alpi. Raggiungere il cucuzzolo della montagna a bordo del trenino a cremagliera all’aperto più in quota d'Europa è un’esperienza nell’esperienza e nelle giornate limpide, il profilo del Matterhorn si rispecchia nel lago Riffelsee. Le attrattive del Gornergrat riguardano anche le fermate intermedie dove la pista da slittino da Rotenboden a Riffelberg, offre adrenaliniche e divertenti discese tra boschi e alpeggi.
Dopo tanti giorni sulla neve ma anche prima di raggiungere le località sciistiche elvetiche, il pernotto d’autore presso Villa Principe Leopoldo (ex residenza privata del cognato dell’imperatore Guglielmo) assicura agli ospiti un aristocratico e riposante soggiorno con vista lago. Edificata s’un promontorio noto come Collina d’Oro in virtù del suo speciale microclima che favorisce la crescita di una rigogliosa vegetazione, il cinque stelle insignito con 2 Chiavi MICHELIN miscela l’arte dell’ospitalità svizzera con gli stilemi del lusso classico. Qui si respira un “sentore di regalità” che dalle spaziose camere panoramiche alle zone comuni, trova espressione nei divani in broccato e nell’utilizzo di materiali quali marmo e seta affiancati da romantici motivi floreali.
La raffinata cucina del Principe Leopoldo
Se i ricchi drappeggi, le opere d’arte adornate da massicce cornici, la terrazza con vista e l’intima Spa ad uso privato garantiscono un soggiorno di vertice, l’albergo appartenente alla collezione Relais & Chateaux seduce anche attraverso la proposta gourmand del ristorante Principe Leopoldo che secondo la Guida MICHELIN, risulta “degno di nota per l’elaborato design interno e per la cucina, che gli è valsa numerosi premi”. I piatti dello chef italiano Cristian Moreschi brillano per gusto ed equilibro grazie “alla consolidata tecnica classica ed ai prodotti della regione, esaltati da echi mediterranei e stagionalità”. Dopo cena, ci si accomoda nel Bar Principe per sorseggiare gli eccellenti cocktail della casa, capitanati dal Vesper Martini reso celebre da James Bond.
Scoprire Lugano dall’Hotel Villa Principe Leopoldo
All’interno di Villa Principe Leopoldo, c’è tutto il necessario (piscine, campi da tennis, trattamenti wellness e palestra inclusi) per non lasciare la proprietà ma per chi volesse approfondire la conoscenza con la cittadina sottostante, l’albergo ha un servizio di shuttle gratuito per il centro storico. Raggiunte le sponde del lago, le interessanti attrattive culturali iniziano con le mostre del Lac (Lugano Arte e Cultura) e del Masi (Museo d’arte della Svizzera).
Lugano; arte, gioielli e cafè storici
La zona centrale di Lugano brulica poi di gioiellerie e negozi di orologi e passeggiando lungo le vie dello shopping, si raggiunge il Grand Cafè Al Porto. L’indirizzo fondato nel 1803 ed amato da letterati, artisti, notabili oltre che da Vittorio Emanuele e Giuseppe Mazzini, è considerato il salotto della città. Al primo piano dello stabile si trova il “Cenacolo Fiorentino” dinnanzi al quale, nel 3 marzo del 1945, si tenne l’incontro segreto tra ufficiali tedeschi ed esponenti alleati che pose le fondamenta per la susseguente Capitolazione firmata a Caserta il 29 aprile del 1945.
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In copertina: The Alpina Gstaad - credit The Alpina Gstaad