Al Bulgari Hotel Roma entriamo a gamba tesa nella Storia. E mettiamo la S maiuscola perché parliamo niente meno che dell’imperatore Augusto, che in questo luogo fece costruire il suo mausoleo a partire dal 26 a.C. Attorno a questa imponente costruzione circolare nel 1938 il grande architetto razionalista Vittorio Morpurgo crea una sorta di foro moderno, con tre lati colonnati che cingono il monumento e il quarto lato occupato da una teca di vetro a protezione dell’Ara Pacis, teca sostituita nel 2003 dall’opera di Richard Meier.
Passato e presente si intrecciano in questa piazza da sempre, e ancor più dal 2023, quando dopo un restauro decennale Bulgari ha preso possesso di uno degli edifici di Morpurgo per realizzare il suo straordinario hotel.
Nel nostro racconto iniziamo dalla fine − dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo − e cioè dalla colazione che attende gli ospiti dell'hotel. Tanto per cominciare è disponibile 24h/24 e oltre alle classiche proposte continentali la carta comprende la colazione araba e cinese.
In un orario da viaggiatore mattiniero più che da nottambulo mi accomodo nella sala interna del Caffè Bulgari, opzione più piacevole, vista l’aria frizzante del mattino, rispetto ai gettonatissimi tavolini del dehors, protetti dallo sguardo curioso dei passanti da un rigoglioso schermo vegetale.
La colazione è servita al tavolo con grazia ed efficienza. Al mattino preferisco il dolce e quindi non mi avventuro tra uova alla Royale, ful medames e wanton, ma opto per un romanissimo maritozzo. Troppo provinciale? Beh, tanto per cominciare è una specialità difficile da trovare (soprattutto ben realizzata) fuori Roma e poi non sono riuscita a resistere alle lusinghe di questo panino dolce sfacciatamente goloso con il suo ripieno di panna montata e crema... Per dare una parvenza di salubrità alla colazione l’ho accompagnato (oltre che dall’immancabile cappuccino) da un estratto refreshing a base di ananas, zenzero, limone, mela e curcuma. E così abbiamo messo a posto la coscienza!
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Mi guardo intorno. La sala è ancora tranquilla e un po’ sonnacchiosa. Io invece sono pimpante perché nella mia bella camera ho approfittato del tappetino in dotazione per una mezz’oretta di yoga. I chakra sono sistemati e la giornata parte col piede giusto.
Ma parliamo un po’ del Caffè Bulgari, retrò senza essere veramente tale. Gli arredi sono sobri, moderni, ariosi, con grandi spazi vuoti e soffitti altissimi che permettono di ospitare un bel corredo vegetale di piante. Non è quindi l’estetica che riporta al passato, ma allora cosa?
Ci metto un po’ a mettere a fuoco una sensazione indefinita. Le vecchie canzoni degli anni Cinquanta di sottofondo… Le foto in bianco e nero delle dive del passato a passeggio per Roma (deliziosa Audrey Hepburn che col figlio Sean entra nel negozio Bulgari di via Condotti)… Poco alla volta il quadro si completa, le tessere trovano il loro posto e il risultato finale è nitido. Questa è la Dolce Vita 2.0: stesso glamour, stessa atmosfera rilassata e sofisticata, stessa mondanità esclusiva, misuratamente ostentata, senza eccessi. Il Bulgari non ricrea gli anni della Dolce Vita ma trasporta la Dolce Vita nel presente. La interpreta con gli occhi e la sensibilità del lusso moderno che caratterizza tutta la struttura.
L’imponente e magnifico edificio che ospita il Bulgari è il risultato di una faraonica opera di recupero architettonico e un trait d’union tra passato e presente. Il grande blocco razionalista progettato da Vittorio Molpurgo nel 1938 per ospitare il Palazzo dell’Inps sorge proprio di fronte al Mausoleo di Augusto, la cui statua in effigie di Giove Olimpico, risalente al I-II sec. d.C. e appartenente alla collezione Torlonia, accoglie gli ospiti dell’hotel nell’ingresso principale. Ammetterete che solo a Roma può capitare di essere ricevuti da schiere di doormen e da un imperatore!
Il lungo e meticoloso restauro dell’edificio ha coinvolto il meglio delle maestranze italiane: vetri di Murano di Barovier&Toso, tessuti di Rubelli, mosaici della scuola di Spilimbergo, pavimenti esterni in opus spicatum della fornace Sugaroni del lago di Bolsena… il tutto inserito nel progetto complessivo di Antonio Citterio e Patricia Viel.
L’hotel ospita 110 camere (tra cui 47 suites), una spa su quattro livelli di 1500 mq (ne abbiamo parlato qui), delle terrazze meravigliose (leggete qui) e il Ristorante - Niko Romito, supervisionato dallo chef tristellato del Reale di Castel di Sangro, che firma la ristorazione di vari hotel Bulgari in giro per il mondo (Due Stelle a Dubai e Una Stella a Pechino, Shanghai e Tokyo).
Se nella loro austera monumentalità razionalista gli spazi comuni mettono un po’ in soggezione, le ampie camere, invece, sfoggiano un lusso misurato e accogliente, fatto di dettagli quasi nascosti: tessuti, materiali e arredi di gran pregio ma niente di ostentato. I colori sono sobri con qualche tocco più vibrante, come la testiera del letto o il tappeto che riprendono il colore del marmo del bagno, nel mio caso un verde meraviglioso.
All'arrivo mi attende un cesto di frutta fresca e le amenities, Bulgari naturalmente, sono quelle che ci si aspetta da un hotel di questa categoria. Un servizio perfetto, con qualche coccola inaspettata... Al ritorno dalla cena trovo ad accogliermi sul mobile bar un thermos con una fumante tisana allo zenzero e yuzu.
Bravi, come avete fatto a scoprire che adoro questo agrume orientale? Che l’impeccabile staff del Bulgari sappia anche leggere nel pensiero?
Foto di copertina: Ingresso del Caffè Bulgari/© Bulgari Hotel Roma
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