Costruito negli anni ’60 da tre sacerdoti ed abbracciato dalle montagne del Gruppo del Costabella, il rifugio è raggiungibile solo a piedi oppure in motoslitta. Un luogo sospeso nel tempo ristrutturato ed ampliato nel 1983 dagli attuali proprietari dove onirici elementi naturali quali silenzio, paesaggi alpini, cieli tersi e aria pura aggiungono benessere alla già raffinata ospitalità ed ulteriore soddisfazione all’esperienza culinaria.
Al Fuciade – nome ispirato all’impugnatura in legno della falce – l’intimità è garantita perche le camere sono appena sette e tutte diverse tra loro pur condividendo mobili Ladini e varie espressioni dell’artigianato locale. Tradizioni e territorio proseguono nelle ricette di Martino: abile nell’individuare le migliori materie prime autoctone con le quali creare ricercati piatti di montagna come ravioli alle pere selvatiche, fichi e papavero, tortelli di mirtillo nero e cervo brasato, spaghetti di patate con fonduta di Trentingrana ai porcini e bocconcini di capriolo con polenta di Storo e pere allo zafferano. Un menu da inevitabile acquolina in bocca e ricco di ingredienti tipici (formaggio puzzone di Moena, salumi, mostarda di mele, orzo selvaggina ndr) ma non per questo confinato al solo arco dolomitico. Curiosità, qualità e abbinamenti gastronomici inattesi sono parte integrante dei processi creativi del Rifugio Fuciade che vanta anche marmellate e conserve fatte in casa ed un piccolo laboratorio di pasticceria adiacente alla cantina. Dunque come non concludere il pasto in dolcezza ordinando il tortino caldo alle mele con gelato ai frutti di bosco e crema al Traminer oppure le crêpes alla crema di nocciola o mirtilli. Dopo zuccheri e distillati, sarà arduo scegliere tra un rinvigorente pisolino nelle confortevoli camere con vista oppure aiutare la digestione passeggiando immersi nei suoni, colori, paesaggi e profumi del Passo San Pellegrino respirando a pieni polmoni l’ossigeno dei panorami alpini.
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