Immerso nella serenità di Montemelino e nei pressi dell’omonimo santuario, il locale utilizza prevalentemente ingredienti della Comunità Montana Monti del Trasimeno selezionando con attenzione porcini, castagne, salsicce, tuberi di vario pregio e carne Chianina allevata a pochi passi dalla nuova sede, che oltre a specialità gastronomiche tipiche del territorio offre ai suoi clienti quiete, contatto diretto con la natura e quando arriva la bella stagione, panorami privilegiati di Perugia e della pianura sottostante dalla terrazza estiva.
Tutti piacevoli aggiunte alla cucina autentica e ben fatta dello chef-patron Marco: “Il re degli umbricelli” secondo gli ispettori MICHELIN che hanno apprezzato anche ambiente, ricette tipiche e cotture alla brace. Ma la star dello show, come da nome, è appunto la pasta più antica e utilizzata della regione che all’Umbricello del Coccio - oltre ai condimenti classici - viene accompagnata da materie prime di giornata e occasionalmente da condimenti a base di spinaci, burro e salvia; verdure e parmigiano, porcini, all’arrabbiata e con carbonara al tartufo. Abbinamento, quest’ultimo, particolarmente apprezzato dai clienti che accorrono al Coccio per il connubio tra sostanza, qualità e tradizione come da cinghiale funghi a tartufo, bistecche alla griglia e pesce persico dal vicino Lago Trasimeno. Infine, al di là della bagarre linguistica sul nome più appropriato, la bontà di questa tipologia di pasta rigorosamente fatta a mano con lunghezza di circa 25 centimetri e circonferenza irregolare di 3/4 millimetri, risiede nell’impasto che deve essere omogeneo, elastico e corposo, nella dimestichezza con la spianatoia e quindi nella cottura che deve avvenire in abbondante acqua salata avendo cura di scolare gli umbricelli non appena a galla.