Cucina e dintorni 2 minuti 19 luglio 2023

Quando il cibo è Patrimonio dell’Umanità

Il Patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO include un insieme eterogeneo di elementi, dal tango argentino al teatro dei pupi siciliano, passando per una nutrita lista di cibi e tradizioni alimentari. Vediamone alcuni insieme.



Pizza napoletana
Non è la pizza in sé ad essere Patrimonio UNESCO, ma il processo di produzione e le persone coinvolte: maestro pizzaiolo, pizzaiolo e fornaio, qualifiche che dipendono dall'esperienza. Cosa rende “napoletana” una pizza? Secondo il disciplinare dell'Associazione Verace Pizza Napoletana la definizione è riservata a due tipi di pizza: marinara (pomodoro, olio, origano e aglio) e margherita (pomodoro, olio, mozzarella di bufala o fior di latte, formaggio grattugiato e basilico), realizzate con un impasto di farina 0 o 00. Il diametro non deve superare i 35 cm con un bordo rialzato (il famoso “cornicione”) di 1-2 cm.

Qualche indirizzo tradizionale a Napoli?

L'antica pizzeria da Michele

Da Attilio

Da Concettina ai Tre Santi

Gino Sorbillo



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Baguette francese
È il pane più famoso della Francia, una vera e propria icona del Paese. A differenza di altre pagnotte, la baguette è fatta con soli quattro ingredienti (acqua, farina, lievito e sale) da cui ogni fornaio ottiene il suo prodotto. Viene cotta in piccoli lotti e i risultati variano a seconda della temperatura e dell'umidità. Le misure standard sono 55-65 cm di lunghezza, 5-6 cm di diametro e 3-4 cm di altezza, per un peso di 250-300 grammi. La crosta  è dorata e croccante, mentre la mollica è bianca e soffice, con una ricca alveolatura data dai tempi di lievitazione piuttosto lunghi.

Birra belga
La produzione della birra in Belgio risale al IX secolo e all’attività delle birrerie conventuali. Tradizione che continua tuttora con le birre Trappiste e cioè prodotte nei monasteri e le Abbazia, che seguono i metodi tradizionali ma vengono elaborate da birrifici laici. Con i suoi 1500 tipi di birra (incluse quelle molto particolari a fermentazione spontanea, come la Lambic o la Geuze), il Belgio è a tutti gli effetti la patria della birra.

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Cous cous magrebino
Queste minuscole palline di semola di grano duro sono un alimento base della cucina del Magreb. Di solito il cous cous viene servito con verdure stufate più o meno piccanti, che possono essere accompagnate da pollo, agnello o montone. In Tunisia prende il suo sapore intenso e il colore arancio bruciato dall'harissa e viene spesso servito con i frutti di mare.

Harissa tunisina
La salsa a base di peperoncino è un ingrediente immancabile nelle dispense domestiche tunisine e fa parte delle tradizioni culinarie del Paese. I peperoncini vengono essiccati al sole, privati di gambi e semi, lavati, macinati e conditi con sale, aglio e coriandolo. L'harissa viene poi conservata in vetro o ceramica per usi futuri. La coltivazione del peperoncino segue un calendario dettagliato che vieta la semina in determinati periodi considerati infausti e durante l’essiccazione insieme ai peperoncini vengono appese delle copie in corallo per allontanare la cattiva sorte.

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Kimchi coreano
Il kimchi è un elemento fondamentale della cucina coreana. Si tratta di verdure salate e fermentate, per lo più cavoli e ravanelli. I condimenti variano in base alla regione e al gusto personale, ma generalmente includono gochugaru (fiocchi di peperoncino), aglio, zenzero e jeotgal (un condimento a base di pesce salato). Grazie al suo altissimo contenuto probiotico legato alla fermentazione il kimchi è un must sulle tavole dei salutisti.

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Plov uzbeko
È una preparazione a base di riso speziato, carne (per lo più di montone), carote e cipolle. Viene servito come pasto quotidiano ma anche come piatto festivo in occasione di matrimoni, nascite, anniversari e funerali. Ogni regione ha le sue varianti, ma quel che resta costante è la sua valenza rituale e conviviale.

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Ftira maltese
Questa pagnotta lievitata a forma di ciambella è caratterizzata da una crosta spessa e da una mollica leggera, con fori grandi e irregolari. Viene normalmente farcita con ingredienti tipicamente mediterranei come olio, pomodori, tonno, acciughe, capperi, olive, ma non mancano proposte più insolite e fantasiose. Il suo nome, che deriva dall’arabo fatir – pane azzimo – testimonia la storia multiculturale dell’isola.

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Caffè turco e arabo
Al di là di differenze e specificità nella tostatura dei chicchi e nella preparazione, l’elemento comune è la funzione sociale che riveste la sua degustazione. Bevuto nei tipici caffè o a casa con gli amici, suggella anche momenti rituali come i fidanzamenti e le cerimonie pubbliche, come testimoniano innumerevoli canzoni e testi letterari. Nel mondo arabo, il caffè tradizionalmente viene preparato davanti all'ospite e il membro più importante o anziano del gruppo viene servito per primo, riempiendo un quarto del recipiente. La pratica comune è di bere almeno una tazza ma non superare le tre.

via Cesare Sersale 1/7, Napoli

Da Attilio

€ · Pizza
via Pignasecca 17, Napoli
via Arena alla Sanità 7 bis, Napoli

Gino Sorbillo

€ · Pizza
via dei Tribunali 32, Napoli

Gainn

€ · Coreana, Asiatica
via dei Mille 18, Roma

Per un elenco esaustivo dei cibi che fanno parte del Patrimonio dell'Umanità potete consultare la pagina UNESCO dedicata. 


Crediti fotografici dall'alto in basso:

Antica pizzeria Da Michele; Michelin; margouillatphotos/iStock; Nungning20/iStock; omgfoodmalta / instagram; Nastasic/iStock


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