Andar per porcini a Serra San Bruno
Arrivando da nord e lasciata la Salerno Reggio Calabria, la levigata SS110 “sorvola” il lago Angitola (dove sorge una delle prime Oasi italiane del Wwf ) per poi arrampicarsi verso i ruderi di Nicastrello. Nella transizione dalla campagna ai monti, la strada diventa progressivamente più tortuosa fino all’altipiano in cui sorge Serra San Bruno: paese celebre per l’omonima Certosa (dove le donne non possono entrare) da cui partono magnifici sentieri naturistici che si snodano tra torrenti, monolitici tronchi, distese di muschio ed una grande abbondanza di funghi. Esplorando il fitto bosco assieme ad una guida locale, è possibile raccogliere dal suolo anche 10kg di porcini in un paio d’ore di camminata.

Da Pizzo a Spilinga: tra acque azzurre e bancarelle “green”
Da Serra San Bruno, le serpeggianti strisce d’asfalto che conducono agli arenili sul Mar Tirreno precipitano attraverso Soriano Calabro fino a raggiungere Vibo Valentia. Da qui la deviazione verso Pizzo è d’obbligo per assaggiare il tartufo (dolce alla nocciola) mentre sia nella statale costiera SS522 che nelle provinciali attorno agli arcaici paesaggi agricoli tra Ricadi e Spilinga (epicentro dell’nduja), i banchi a bordo strada adornati da aglio, cipolle e peperoncini penzolanti vendono a buon mercato frutta e verdure locali.

Tropea: la gemma della Costa degli Dei
Vittima della sua stessa bellezza, Tropea è la destinazione vacanziere più nota della regione ed è quindi molto molto affollata d’estate. In autunno però l’affluenza turistica è minore e sarà quindi possibile apprezzare arenili e architetture storiche senza folle intorno.
La giornata può iniziare con la visita al centro storico (da non perdere la bottega degli automi del negozio Il Faro) con sosta a piazza Ercole ed alla chiesa Normanna. Da non perdere sono i balconi a picco sul mare ad offrire uno spettacolare colpo d’occhio sulla costa e sul Santuario di Santa Maria dell’Isola, edificato sul promontorio che separa la spiaggia Mare Grande con quella della Rotonda; destinazione cult della località con splendide acque azzurre e turchesi.

Storia ed eleganza a Villa Paola
Il convento intitolato a San Francesco di Paola a metà del XVI secolo e poi utilizzato anche come conceria, è oggi uno degli alberghi più apprezzati della regione. L’intima ed elegante struttura dalle tonalità tra il lilla e la malva, prende il nome di Villa Paola ed è dislocata su vari livelli in modo che dalle camere alle terrazze, i panorami possano spaziare da Tropea alle alture circostanti fino al luccicante Tirreno.
Le viste e le atmosfere aristocratiche dell’indirizzo, allietano ogni momento della giornata e seppur in stile contemporaneo, gli interni trasmettono anch’essi il senso della storia insito nell’affascinante dimora, edificata ai margini di una propaggine rocciosa della Contrada Paola.

Cortesie per gli ospiti nell’aristocratica villa
La struttura si distingue inoltre per la cura del dettaglio estetico, per la raffinata colazione a base di prodotti locali e per l’attenzione rivolta alle tematiche ambientali. La defilata e scenografica posizione di Villa Paola incorpora scale e sentieri che permettono agli ospiti di raggiungere a piedi le famose spiagge di Tropea, attraversando nel contempo gli orti di proprietà.
L’albergo aperto da fine marzo ad inizio novembre non ammette minori di 12 anni, e quindi la tranquillità è sempre di casa. La corte interna con arcate a volta e palme svettanti, è un ambiente particolarmente suggestivo in cui rilassarsi mentre le camere alternano finiture moderne con mobili d’epoca ed apprezzate cortesie per gli ospiti come la selezione di cuscini e prodotti da bagno calabresi.

De’ Minimi: ricerca e territorio
Se il nome del ristorante è un tributo all’ordine dei frati De’ Minimi, gli arredi moderni ed accoglienti riflettono la ricercata e contemporanea cucina dello chef Emanuele Pucci. L’insegna presenta diversi menù degustazione e tutti i percorsi, incorporano ingredienti stagionali dagli ecosistemi calabresi.
Le materie prime utilizzate in cucina provengono esclusivamente da realtà (agricoltori, pescatori ed allevatori) regionali e nei mesi autunnali, la filosofia dalla terra alla tavola trova compiuta espressione in piatti come Il Porcino; creazione intenta a valorizzare ogni parte del fungo proveniente del parco nazionale delle Serre, senza sprecare nulla dell’alimento. Dal 17 ottobre al 2 novembre l’insegna gourmand partecipa alla campagna “Ristoranti contro la Fame”.

Bagni e relax a Capovaticano Resort Thalasso & Spa
Incastonato nella macchia mediterranea tra la spiaggia del Tono e quella di Praia I Focu nei pressi di Capo Vaticano, il moderno resort incanta gli ospiti con l’arenile privato dove la sabbia cangiante, esalta le tonalità turchine del mare. Di gran pregio è anche la zona spa specializzata in talassoterapie con piscine di acqua salata, sauna, bagno turco e percorso Kneipp. L’indirizzo è in sostanza un’oasi di calma, bellezza e benessere con affacci sull’isola di Stromboli e godibili brezze marine ad allietare la permanenza.
Qui ci si addormenta al rilassante suono del moto ondoso “in camere moderne e minimal, eleganti e silenziose – scrive la Guida MICHELIN - completate da sottili lenzuola bianche, quadri a tema marino e balconi privati”. Per garantire un’elevata qualità del sonno, gli ospiti possono scegliere tra diverse varietà di cuscini mentre i clienti più attivi, troveranno all’interno dell’ampio parco campi da tennis, palestra e piscina all’aperto. Il lobby bar ed i due ristoranti interni completano l’opera di ospitalità.

Design e cultura culinaria calabrese
La clientela quieta e sofisticata del Capo Vaticano Resort Thalasso & Spa , è un altro valore aggiunto del luogo assieme all’ottima proposta gastronomica che dalla prima colazione alla cena, presenta una gustosa panoramica sui migliori ingredienti e ricette della regione.
Al mattino, il pregevole buffet mette in tavola marmellate di bergamotto, arance e fichi d’india, creme di mandorle e nocciole, lievitati farciti di cioccolata e crema al pistacchio, crepes cucinate al momento, formaggi freschi (ricotta e mozzarelle) e salumi di produttori locali con cui farcire gli ottimi lievitati. Al calar del sole, ci si accomoda al ristorante Mantineo dove la cucina esalta le materie prima di terra e mare proponendo piatti gustosi e ben presentati quali carpaccio di podolica ai profumi aspromontani; polpo verace tiepido su panata di fagioli; tonnarelli fatti in casa con alici, uvetta e pinoli e l’immancabile filejuzza (tipica pasta acqua e farina) al sugo della domenica.

Una paletta mediterranea - tropicale
Sempre nei pressi di Capo Vaticano e nell’adiacente paesino di Ricadi, la Calabria mette in scena la sua proverbiale biodiversità che proprio come il paesaggio conteso da alture, fertili campagne e scogliere costellate da cactus, trasmette suggestioni mediterranee e tropicali. Oltre agli agrumi (tra cui bergamotto, clementine e arance naveline di Sibari) le castagne, i fighi essiccati, i pomodori di Belmonte, i fagioli poverelli di Mormanno, i peperoncini pizzitani e le trecce di cipolla rossa di Tropea Igp, nei negozi di specialità calabresi è possibile acquistare l’annona cherimola; frutto dalla consistenza dolce e corposa originario nelle Ande e diffusosi nella provincia di Reggio Calabria.

Stelle MICHELIN in Calabria
A completamento dell’esperienza di viaggio, la Guida MICHELIN Italia segnala in Calabria 24 ristoranti, di cui 6 con una stella. Le insegne con stella sono Luigi Lepore a Lamezia Terme, Abbruzzino a Catanzaro, Gambero Rosso a Marina di Gioiosa Ionica e Qafiz nel solitario paesino di Santa Cristina d’Aspromonte, Hyle (anche Stella Verde) a San Giovanni in Fiore, ultimo ma non ultimo, Dattilo (anche Stella Verde) a Strongoli.

Immagine di illustrazione: © Domenico Pagnotta_De' Minimi
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