Acqua alta a Venezia
L'acqua alta era prevista per le 23. Provenendo dalla terra ferma non l'avevo mai sperimentata e ne ero piuttosto inquieto. Prenotai il ristorante per le 19, confessando al telefono le mie paure: non si preoccupi - mi tranquillizzarono - sarà già in albergo quando salirà la marea. Ma un improvviso cambio di venti smentì la previsione e quando uscii dal ristorante Venezia era già sommersa, in anticipo rispetto all'ora prevista.
L'acqua aveva inondato piazze e marciapiedi, raggiunsi l'hotel con le scarpe in mano, bagnato fin sotto alle ginocchia. Eppure, la città mi apparve bellissima e silenziosa, fragile e incantata come non mai. Fu un imprevisto, certo, una seccatura, ovvio, ma anche il ricordo di un'esperienza che mi insegnò quanta ricchezza si può nascondere negli inconvenienti della vita.
Una scoperta davvero inaspettata
Mi trovavo a fare una trasferta sui colli romani, una bellissima area verde a sud della Capitale conosciuta per le vacanze dei Papi e zona di ritrovo per motociclisti, grazie alle curve sinuose delle sue strade: Castel Gandolfo. Mi fermo presso un classico della zona, l’Antico Ristorante Pagnanelli, dove non mi aspettavo tale accoglienza e qualità del pescato.
Tavolo in terrazza con vista sul lago e noto una carta dei vini inusuale in queste zone, per quantità e profondità di annate in due grandi tomi rilegati in pelle. Accetto dunque, a fine pasto, il tour nelle cantine; mi indicano la via per visitarle in solitaria... Ho rischiato di perdermi talmente ricche di pertugi e stanzette che arrivano fino alla strada sottostante, alla fine giungo addirittura ad un’altra entrata al piano inferiore.
Un vero museo del vino che vale una gita fuoriporta. Esperienza consigliata!
Un bel sorriso e l’istantanea Polaroid
Quella volta proprio non me lo aspettavo. Noi Ispettori della Guida Michelin siamo sempre molto gelosi della nostra immagine e del nostro anonimato, che in fin dei conti ci permette di svolgere il lavoro al meglio. Proprio non mi aspettavo che all’uscita di un ottimo pranzo in quel di Lecce, nello stellato Bros' di Isabella Potì e Floriano Pellegrino, la chef mi venisse a salutare sulla soglia del locale.
Anzi, in realtà appena fuori, in strada, con un… palloncino rosso legato ad un bastoncino che mi mise in mano, sorridente, mentre un suo collaboratore ci stava per scattare una fotografia: saluto finale - in quel periodo - dedicato ad ognuno degli ospiti a fine pasto.
Lì per lì mi trovai spiazzato, ma l’evidente leggerezza fanciullesca di commiato, così come, il fatto che la foto fosse scattata con una Polaroid – consegnata poi solo a me! - mi strapparono il sorriso.