“Molti italiani con il passare degli anni hanno scoperto la cultura coreana attraverso il cinema e il k-pop e si sono poi interessati anche al cibo coreano” affermano Stefano Chung e Valentina Bae, titolari del Gainn, la cui traduzione in italiano sarebbe “bellezza interiore”.
Nel locale in zona Stazione Termini, che annovera circa sessanta posti a sedere, è possibile assaporare il bibimbap, il riso con verdure miste e carne di manzo macinata servito con tuorlo crudo in un piatto di ghisa, il bulgogi, straccetti di manzo e verdure miste marinati con salsa di soya e olio di sesamo, saltati in padella e serviti in piastra, gli japchae, gli spaghetti di fecola di patate dolci con verdure miste scottate, funghi e carne di manzo, conditi con salsa di soya e olio di sesamo e i tteokbokki, gli gnocchi di riso con verdure miste e pasta di pesce in salsa piccante.

Imperdibile è il pollo fritto con salsa agro piccante e salsa agrodolce con cipollotti freschi, a cui fanno eco le succulente zuppe come quella di bulgogi, quella di costolette di manzo con foglie di rapa e peperoncini piccanti e di tofu con verdure miste, carne di maiale e chili pepper servita in terracotta. Il tutto da accompagnare al riso e ai banchan, una selezione di contorni che variano a seconda della stagione.

Tra le guest-star della tavola coreana un posto di riguardo è riservato al kimchi, preparato con verdure fermentate, spezie e peperoncino. Apprezzato per le sue innumerevoli proprietà benefiche, nel 2013 è entrato nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO.
I peperoncini sono senz’altro uno tra gli ingredienti più utilizzati nella cucina coreana. Chiamati taeyang-cho, hanno una forma lunga e sottile e dalla loro essicazione si ricava una polvere molto fine, dal colore acceso e dalla piccantezza media, con un sentore leggermente affumicato.
Per accompagnare queste squisitezze diverse opzioni sono possibili: birre coreane, Soju, un distillato fatto con riso, orzo o frumento disponibile in vari aromi quali ad esempio pompelmo e fragola, e infine il makgeolli, una bevanda antica realizzata con riso, acqua e lievito dal color latte e dalla consistenza densa, che può essere più o meno frizzante a seconda della fermentazione.

Dove dormire
Se cercate un hotel nelle vicinanze, la Guida MICHELIN consiglia Leon's Place: uno stile d'interni che mescola art déco e altre influenze del primo Novecento con una sana dose di chic contemporaneo, il tutto in un edificio del XIX secolo.
Immagine di copertina: Gainn Deopbap, pancetta, foglie di alga, park choi con riso al vapore e salsa di ostriche
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