Per conferma analizzare l’intrigante caso del Bros’ di Lecce; avanguardia, Berasategui come «padre adottivo» ed un linguaggio senza confini alimentato da «un’idea di business, un’idea di cucina ed uno stile molto preciso che cerchiamo di portare avanti attraverso visioni differenti” racconta lo chef ventisettenne Floriano Pellegrino affiancato da Isabella Potì. «Stiamo lavorando bene e continueremo a crescere; in un mondo sempre più affezionato al futile - avverte con occhi brillanti - l’unico modo per distinguersi è essere identitari. Radicati».
La pensa così anche Antonino Rossi; chef autodidatta del neo-stellato Qafiz a Santa Cristina d’Aspromonte con trascorsi accademici in comunicazione a UCLA. Dal campus californiano all’alta cucina «dove ho portato le tante esperienze vissute in giro per il mondo» nel cuore delle alture calabresi il passo è atipico: «Verissimo; per me la scintilla è scoccata dopo aver fatto uno stage al St. Hubertus e così il rapporto con la terra che mi circonda è diventato traino e fonte d’ispirazione. Sono felice di aver raggiunto questo traguardo; la MICHELIN è il benchmark di quello che una guida dovrebbe essere».
Secondo Vitantonio Lombardo – chef lucano dell’omonimo ristorante ricavato in una grotta millenaria del Sasso Barisano che ha portato la prima stella MICHELIN nella storia di Matera – la guida rossa è «la Bibbia. Oggi (giorno dello star revelation 2019 ndr) realizzo un sogno fantastico. Ho girato il mondo e adesso torno a cucinare a mio modo nei luoghi delle mie memorie d’infanzia. Farò in modo che questo territorio si fonda con le influenze globali restando personaggio».
Grandi traguardi anche per l’emozionato ventiseienne Alessandro Ingiulla del ristorante Sapio; unica stella di Catania ed emblema dell’imminente svolta generazionale: «Il sud progredisce e noi giovani riusciamo finalmente ad esprimerci e trovare più spazio». Come nella vicina Taormina che festeggia la stella assegnata al St.George by Heinz Beck affidato allo chef Giovanni Solofra.
«Gli Oscar della cucina» per utilizzare le parole di Domingo Schingaro chef del Due Camini, puntano i riflettori su Savelletri con il riconoscimento assegnato al ristorante romantico del Borgo Egnazia: «Da pugliese cucinare nella mia regione e prendere la stella è un sogno che si avvera. Il mio compito come chef è di portare avanti le tradizioni dei nostri avi - che temo si stiano un po’ perdendo - lavorare accanto produttori di eccellenze locali, tutelare la sostenibilità attraverso scelte alimentari legate a stagioni, stoccaggio e conservazione degli ingredienti. A partire dal pesce: risorsa da proteggere. Le responsabilità aumentano; e questa stella è una nuova partenza».
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