La promessa degli ispettori MICHELIN si riferisce all’originalità dei piatti tra Sudamerica e Italia dello chef argentino Mariano Guardianelli; affiancato nella gestione dalla compagna riminese conosciuta al Celler de Can Roca.
Fondamenta e identità di Abocar – nome spagnolo per avvicinare - poggiano sulle duplicità culturali, culinarie ed estetiche di questo incontro. Elementi che a loro volta riportano a viaggi, memorie ed esperienze dei fondatori raccontate da ambiente, arredi ed una carta concisa e votata alla sperimentazione. Manifesto di uno stile di vita assieme ad estro, pensiero fuori dagli schemi e prodotti all’apice della loro freschezza alla base di una cucina naturale, stagionale e divertente. Aggettivo calzante agli abbinamenti dei tre menu – Abocar, Piccolo Pesce, Piccolo Carne - con scenico benvenuto vegetariano accompagnato da cocktail amari, acidi e terrosi miscelati per stimolare le papille gustative a seconda del percorso gastronomico scelto.
Armonia visiva, le molteplici tecniche utilizzate nella trasformazione degli ingredienti e la qualità complessiva della cucina - sottolineata dal piatto de la guida MICHELIN - risultano apparenti già dai bocconi di papas e patate, tapioca e soia, mate e caprino. Originali incipit seguiti da primi e secondi piatti quali tortellini al limone, ravioli di lumache di mare con alghe e brodo adriatico, costata di manzo Angus Argentina. Tributo alle origini e punto fermo in un panorama di ricette in continua evoluzione al ritmo di ricerca, intuizioni, ricordi e periodo dell’anno. Se la sera il linguaggio di Abocar è incentrato sulla creatività, a pranzo non mancano proposte più tradizionali a prezzi contenuti. Infine, come puntualizzato dagli ispettori quando la temperatura è mite a sufficienza i clienti hanno a disposizione “la piacevole corte interna”; spazio accogliente e contemporaneo con colori rilassanti e materiali naturali.
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