Sulle Zattere di Dorsoduro si respira aria di mare, con le onde che si infrangono sulla banchina e l’ampio marciapiede soleggiato che apre lo sguardo verso l’orizzonte della Giudecca, dominato dalla cupola del Redentore e dal profilo neogotico del Molino Stucky.
E proprio dirimpetto al Molino Stucky sorge il bel palazzo Molin, che fu dimora dell’imprenditore Giovanni Stucky prima di diventare sede della Compagnia Adriatica di Navigazione nel 1932 e dal 2018 sede dell'hotel Il Palazzo Experimental del gruppo francese Experimental Group.
L’aspetto esterno dell’edificio quattrocentesco è fuorviante: sotto una loggia gotica la facciata riporta ancora l’insegna dorata della Compagnia Adriatica e ci si aspetterebbe di entrare in un ambiente classicamente veneziano, con dorature, specchi, colori pastello e via dicendo. Niente di più lontano dalla realtà.
Palazzo Experimental mi accoglie in un ambiente moderno, un po’ scanzonato e fuori dagli schemi. L’interior designer Dorothée Meilichzon ha reinterpretato gli elementi e i materiali tipici dell’architettura veneziana e del design modernista degli anni Cinquanta inserendoli in un contesto contemporaneo, che predilige linee curve, archi moreschi, nicchie e tessuti a motivi geometrici.


Effettuato velocemente il check-in salgo al primo piano, impaziente di scoprire la mia stanza: accogliente, spaziosa, con un delizioso welcome di frutta e spumante ma, ahimè, un po’ buia, in quanto affacciata su una sorta di cavedio. Detesto fare la difficile, ma una claustrofobia neanche troppo latente mi prospetta una notte poco piacevole. Riprendo l’ascensore, sfodero un sorriso gentile e chiedo se è possibile cambiare stanza a favore di un ambiente più luminoso. La mia richiesta viene accolta con grande cortesia e il giovane receptionist mi accompagna, forse per essere certo di non vedermi ricomparire di lì a qualche minuto, nella mia nuova stanza al secondo piano. Perfetta! Con un bell’affaccio sulla corte interna ampia e soleggiata.
Vado alla scoperta delle amenities della stanza: un originale cartellino “non disturbare” a forma di faccina con gli occhi che si aprono e si chiudono (non so perché sono sempre le cose più futili che mi colpiscono per prime), il telefono e la radio retrò, i signature cocktails nel mobile bar (il Venezia è a base di gin, vermouth, bitter e sciroppo di arancia), accappatoi e ciabatte griffate e - siamo a Venezia - galosce per l’acqua alta! Decisamente un hotel internazionale che si declina in salsa locale.


Tra un cambio di camera e l’altro si è fatta l’ora dell’aperitivo e decido di provare un must di Palazzo Experimental, il suo gettonato Cocktail Club, che si divide tra una piccola e raffinata saletta interna vagamente art déco e i tavolini all’aperto sulle Zattere, con vista sul sole al tramonto che accarezza le cupole del Redentore.
Già solo sfogliare la lista è un piacere: ogni cocktail è accompagnato da illustrazioni deliziose e fiabesche, tra scimmie appollaiate sul Ponte di Rialto, pesci che nuotano nei bicchieri del Martini, gatti stregati… E i nomi poi: Cocai Cola, Fishionable, Ciaci e Bepi, The Haunted Mansion, Fairy Cats…
I barmen sono spigliati e simpatici e mi raccontano che molti ingredienti sono preparati da loro con la kombucha. Scelgo di godermi il tramonto sorseggiando un Fairy Cats con Amarico, cordiale e soda.


Cena e immancabile passeggiata tra le calli di Venezia, poi rientro in hotel, dove appena mi vede comparire il receptionist mi porge la chiave della camera (grande attenzione al cliente o memoria dei miei capricci pomeridiani?).
Il giorno seguente, appuntamento per la colazione nel delizioso giardino interno dell’hotel, servito dal pontile che si affaccia sul tranquillo canale del rio Ognissanti. Tra gli oleandri e le statue antichizzanti, complice un autunno ancora caldo mi accomodo ad un tavolino, dove viene servita una colazione alla carta ben presentata, con scelta di piatti dolci e salati preparati al momento.
È giunta l’ora di salutare il Palazzo Experimental, ma non senza aver chiesto di salire a vedere l’altana, spazio non sempre disponibile, ma che offre un meraviglioso colpo d’occhio su Venezia e la Giudecca.
È la chicca finale di un soggiorno piacevole e pieno di premure e attenzioni, un indirizzo in cui si sta con un piede dentro la storia della Serenissima e con l’altro in una più frizzante e vivace modernità.

Foto di copertina: facciata del Palazzo Experimental/Michelin