Ad Alassio le colline si alzano veloci, senza aspettare; ci sono i carruggi, il muretto e poco dopo si ergono le prime alture da cui si vede il mare, ancora vicino, ma già dall’alto. L’incanto della baia e la mitezza del clima non sfuggirono ai primi turisti che vi edificarono delle ville straordinarie. Una di queste custodisce e racconta il fascino di un turismo aristocratico, che sovente soggiornava in questi luoghi in inverno per sfuggire alla rigidità del clima anglosassone. Costruita nell’Ottocento, passata attraverso varie gestioni e scampata ad un concreto rischio di demolizione, oggi è stata aperta alla ricettività turistica, ma nel suo nome – Villa della Pergola – non ricorre la parola albergo, né hotel. Alloggiandovi ne intuirete la ragione. O meglio, il merito, quello degli attuali proprietari che l’hanno riportata alle originarie atmosfere di residenza privata con una paziente opera di restauro, raccogliendo arredi, cimeli e memorabilia e invitando di nuovo in villa gli originari fasti aristocratici. Ma se l’edificio stupisce per il suo raffinato stile eclettico, gli oltre due ettari di parco botanico non sono un semplice ornamento, ma un gioiello traboccante di glicini, agapanthus e tante altre piante mediterranee o più esotiche, aperto alle visite del pubblico in giorni stabiliti.
Come un’ostrica, le mura della villa custodiscono una perla gastronomica, il ristorante Nove. Anche qui regna la medesima atmosfera di dimora privata che si trova nel resto della struttura: più che in un ristorante, eccovi a casa di un nobiluomo. Ma se la villa parla un linguaggio internazionale, i piatti vi ricondurranno in Liguria. Con proposte ricercate e non banali, il cuoco vi invita ad un viaggio attraverso la regione, alla scoperta di piatti che sanno di mare quanto di terra, con qualche incursione nel vicino Piemonte, nonché diversi prodotti dell’orto della villa stessa, a sottolineare la vocazione vegetariana della cucina rivierasca. Il menu è una piacevolissima passeggiata gastronomica: lo stoccafisso mescolandosi alle patate di Calizzano diventa brandacujun, il tocco ligure (sugo di carne) è aromatizzato con dodici erbe spontanee, le zucchine trombetta si sposano alle olive taggiasche, mentre i fagioli di Pigna sconfinano nel cuneese alleandosi ai ceci di Nucetto; i porcini sono di Sassello, al pari delle farine, il pescato è locale, come le seppie, che annegano nello zimino con le bietole; liguri sono anche i formaggi e persino in alcuni dolci troverete frutta e verdura. Insomma, partiti dall’Inghilterra, questo ci sembra proprio un bell’approdo in Riviera!
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