In viaggio 2 minuti 04 luglio 2023

Franciacorta: cinque unicità del territorio tra storia, innovazioni e sostenibilità

Il microclima unico all’area geografica, la dedizione al lavoro tipica di queste latitudini e la volontà d’innovare le tradizioni senza diluire la loro essenza, hanno favorito il fiorente sviluppo turistico ed enogastronomico dei territori franciacortini.

Indissolubilmente legate a storia e paesaggio circostante, le numerose intuizioni, creazioni e buone pratiche ecologiche perpetrate dai protagonisti dell’area geografica compresa tra la città d’arte di Brescia e le sponde meridionali del lago d’Iseo, hanno elevato sia la qualità dei prodotti che lo status dell’ospitalità in generale, acuendo contestualmente la ricca offerta culturale, culinaria ed enologica del Franciacorta.


Ecologia & sostenibilità
Rispettare i terreni è l’unico modo per garantire un futuro alle nuove generazioni di viticoltori e agricoltori. Se alcune cantine del territorio hanno avviato la conversione al biologico all’inizio del nuovo millennio, negli ultimi dieci anni il Consorzio Franciacorta ha promosso ulteriori iniziative a sostegno della tutela ambientale. Tra queste, spiccano uno dei primi modelli italiani per misurare l’impronta carbonica, un progetto di monitoraggio per le infezioni della peronospora, un altro progetto dedicato alla difesa sostenibile dei fitofagi, ed anche un regolamento unitario per un utilizzo meno impattante degli agrofarmaci. Attualmente i vigenti biologici in Franciacorta superano il 66% del totale ed alcune aziende hanno intrapreso la strada del bio-dinamico.

Innovazioni&tecnologie
La cinquantennale storia di Cà del Bosco - una delle cantine più quotate e conosciute della zona - ha unito salvaguardia del suolo e tutela delle tradizioni, affiancandovi una serie d’innovazioni tecnologiche: “La nostra azienda fu tra le prime ad utilizzare macchinari per il lavaggio e l’asciugatura dell’uva – ricorda Maurizio Zanella, Founder & Chairman di Cà del Bosco – al tempo molti ci deridevano e molti altri consideravano la pratica addirittura blasfema perché l’acqua, specie dopo gli scandali delle adulterazioni risalenti agli anni 70’, veniva considerata dai vinaioli come il diavolo. In realtà la nostra berry spa (trattamento di bellezza per le bacche) è un processo super benefico perché stacca gli acini e depura le uve in modo naturale. La tecnica del lavaggio è simile a quella utilizzata nell’industria ortofrutticola e se oggi siamo in appena cinque produttori ad usarla in tutto il mondo, ritengo che nei prossimi 50 anni diventerà uno dei processi standard per tutto il comparto della vinificazione”.

Satèn; un’invenzione franciacortina
Sentori di fiori bianchi e frutta matura, colore giallo paglierino ed un perlage di grande finezza, sono caratteristiche prime del Satèn Franciacorta; un vino elegante e versatile che stando al parere degli chef e del Consorzio, trova ideale abbinamento quando servito con antipasti di mare, risotti a base di verdure, crostacei, carni bianche e formaggi non eccessivamente stagionati. Solitamente sapido e rinfrescante, il Franciacorta Satèn è prodotto con dosaggio Brut da uve Chardonnay e Pinot Bianco fino ad un massimo del 50%. Secondo Stefano Cerveni del ristorante 1 Stella MICHELIN Due Colombe, il prodotto è complesso e ad ampio raggio, perché può essere abbinato a diversi piatti a lunga cottura, sia di carne che di pesce.

Due Colombe - L. Corvaglia
Due Colombe - L. Corvaglia
Due Colombe - L. Corvaglia
Due Colombe - L. Corvaglia

Architetture sacre
La tradizione enologica del Franciacorta non sarebbe stata tale senza l’arrivo degli ordini monastici che secoli or sono, bonificarono i terreni favorendo l’introduzione dei vitigni. Oggi come allora, il territorio è punteggiato di chiese ed abbazie immerse in rigogliosi e remoti paesaggi; una delle più interessanti è l’Abbazia Benedettina Olivetana dedicata a San Nicola ma da non perdere sono anche la Santissima ed il monastero romanico di San Pietro in Lamosa, affacciato sulle Torbiere del Sebino. La chiesa dei Ss Gervasio e Protasio, la Pieve di San Bartolomeo, il santuario Madonna della Neve e la Vecchia Pieve di Coccaglio dedicata a San Giovanni Battista, sono ulteriori ed interessanti esempi dell’eredità ecclesiastica nei territori franciacortini.

Sarda del Monte Isola
Tutelata dai Presidi Slow Food ed ottimo pretesto per imbarcarsi da Iseo verso le sponde del Monte Isola, l’omonima sardina essiccata è il risultato di 30/40 giorni di asciugatura al sole e all’aria. Le reti utilizzate dai pescatori per catturare gli agoni, vengono calate al tramonto in profondità, e ad almeno a 200 metri dalla riva; una volta issate in barca con i bagliori dell’alba, il pesce viene subito sviscerato e lavato in acqua corrente per poi trascorrere 48 ore sotto sale. In passato e nel periodo invernale, gli agoni venivano appesi su rami di frassino o carpino a loro volta piegati ad arco (archèc in dialetto locale). Con il tempo le strutture di essiccazione si sono evolute (privilegiando grandi terrazzi ombrati) ma oggi come allora, quando il pesce ha perso il grasso al seguito della pressatura, le sardine vengono ricoperte da olio di oliva. Nella fase di maturazione, la sarda del Monte Isola si tinge di sfumature dorate; l’epicentro produttivo è sin dall’incipit Peschiera Maraglio ed una delle ricette predilette dalla cultura locale, è scottarle qualche minuto sulla brace ardente, condirle con olio, aglio, prezzemolo e servirle accanto alla polenta.

In copertina: Due Colombe - L. Corvaglia
Sarda del Monte Isola
Sarda del Monte Isola
In copertina - Due Colombe - L. Corvaglia

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