Priva di pinze, cunei o morse – i ferri del mestiere – la sala sfoggia ora uno stile moderno ed essenziale, dove a richiamare la tradizione incombe però il soffitto a volte di mattoni.
Accomodarsi ad uno dei suoi tavoli significa avventurarsi in un’esperienza a tutto tondo che armonizza le eccellenze del territorio delle Langhe, nonché più genericamente del Piemonte, con cacciagione e pesce d'acqua dolce: vere passioni del cuoco!
Ispirandosi ai concetti di sostenibilità, territorialità, lotta agli sprechi, lo chef utilizza anche le parti considerate meno nobili degli animali macellati, acquistati interi, per preparare piatti studiati secondo il taglio. La ricerca di prodotti spontanei e selvatici come funghi, piccoli frutti, essenze, fiori, bacche e piante commestibili completano una carta volutamente non vasta, ma indubbiamente intrigante.
Nella patria dei grandi Barolo - potenti, robusti, austeri e molto longevi - la selezione enoica ama giocare con rimandi tra passato e contemporaneità, Italia e resto del mondo; accanto ai nomi più blasonati della regione anche piccoli produttori, che hanno puntato su vini e vitigni autoctoni.
Per chiudere in bellezza la sosta, gli ispettori consigliano la visita della cantina con la possibilità di un percorso degustazione.
Nunc est Bibendum!