In viaggio 6 minuti 22 ottobre 2024

La Ribera del Duero per amanti del vino

Ci addentriamo nelle terre di Castiglia per scoprire la cultura vinicola e gastronomica della Ribera del Duero, un paesaggio segnato dal corso di uno dei fiumi più importanti del Paese.

Il Duero disegna il suo percorso per 890 km (è il terzo fiume della Spagna) e passa per Soria, Burgos, Valladolid, Zamora e Salamanca prima di addentrarsi nel vicino Portogallo. Le sue acque sono state fondamentali per lo sviluppo della zona, caratterizzata dall'aspetto agreste, rustico e naturale. Lungo il suo corso nascono i vigneti delle D.O. Ribera del Duero, Toro e Rueda, che coprono circa 131 comuni e 175 cantine che possono essere visitate.
Il nostro itinerario limiterà il suo raggio d’azione alla prima denominazione, una delle più rinomate a livello nazionale e internazionale. Nello specifico visiteremo tre siti fondamentali: Esteban de Gormaz, Aranda de Duero e Peñafiel, oltre ad alcuni villaggi vicini.

Note enogastronomiche

La Ribera del Duero è un paesaggio di vini rossi e l’uva Tempranillo è la varietà predominante, sebbene si coltivino anche Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec e Garnacha rossa. I suoi vini spaziano da rossi giovani e fruttati, con una buona sensazione in bocca, a vini invecchiati complessi, potenti ed equilibrati. Si produce anche una piccola quantità di rosati e di bianchi, questi ultimi dotati di una certa complessità se invecchiati in botte.

Vega Sicilia e Dominio de Pingus sono referenze enologiche molto apprezzate nel Paese e nel mondo. Tuttavia, La Ribera del Duero comprende per la maggior parte vini eccellenti e meravigliosi, il che rende difficile dare consigli senza il parere di un esperto. Nel nostro caso, ci siamo lasciati guidare da Robert Parker.

Come abbinamento, nella cucina castigliana l’agnello da latte e il sanguinaccio sono i re, insieme alle verdure di stagione e alle carni rosse. Non bisogna dimenticare che a ottobre inizia la stagione della caccia, un periodo in cui abbondano gli stufati e i piatti a base di cinghiale, capriolo, cervo e pollame, che si abbinano molto bene a questi rossi.


San Esteban de Gormaz

La nostra prima tappa è in questo comune, il più vicino alla sorgente del fiume e dichiarato Complesso Storico nel 1995. Una delle visite più importanti è quella alle botteghe e alle cantine nei sotterranei del castello.

Questo sito fa inoltre parte del percorso denominato Camino del Cid e ospita il Parco Tematico del Romanico. Qui è possibile visitare l’Ecomuseo El Molino de los Ojos, il Torchio di San Miguel, la Grotta delle Saline e il ponte medievale di pietra.

A soli cinque km da San Esteban de Gormaz si trova Atauta, uno dei borghi più famosi della zona per le sue cantine sotterranee.

Il chiostro romanico della chiesa della Vergine del Rivero nel comune di San Esteban de Gormaz © Jose Miguel Sánchez/iStock
Il chiostro romanico della chiesa della Vergine del Rivero nel comune di San Esteban de Gormaz © Jose Miguel Sánchez/iStock

I vini

Ad Atauta si trova la cantina che prende il nome dal municipio, Dominio de Atauta. È una delle poche con vigneti pre-fillossera, una delle più antiche d’Europa. Qui vengono applicati principi biologici e biodinamici e l’unico fertilizzante utilizzato è il compost di origine animale e vegetale. Si cerca di intervenire poco sul vino, in modo che siano i lieviti indigeni a portare avanti la fermentazione. Vini come Llanos del Almendro 2016 o La Roza 2016 sono stati valutati da Parker con 97 e 96 punti.

Nello stesso comune si trova il Dominio de Es. A capo del progetto troviamo Bertrand Sourdais, enologo che ha lavorato nel Dominio de Atauta per 11 anni. Dopo essere uscito da Atauta, ha creato insieme a David Hernando e Olga Escudero le cantine Antídoto. Successivamente ha acquisito i terreni di La Mata, Llanos del Almendro, Camino Olmillos e Valdegatiles, dove nascono i suoi due grandi vini: Viñas Viejas de Soria e La Diva. Al catalogo si sono poi aggiunti il Dominio de Es La Mata e il Dominio de Es Carravilla.

Non tutte le cantine accettano visite: si consiglia di contattarle preventivamente.

Dove mangiare

A circa 45 km da questa zona (sembra lontano ma ne vale la pena) troviamo La Lobita, a Navaleno (Soria), con una Stella MICHELIN. La direzione è affidata a Elena Lucas, terza generazione della famiglia alla guida del ristorante.

La natura ispira il menù di Elena Lucas a La Lobita © Diego/La Lobita
La natura ispira il menù di Elena Lucas a La Lobita © Diego/La Lobita

Aranda de Duero e i paesi circostanti

Aranda de Duero è uno dei centri più emblematici della regione e possiede una rete di gallerie e cunicoli sotterranei che si snodano per circa sette chilometri sotto la città vecchia. Tra i punti salienti vi sono le chiese di Santa María La Real, San Juan e San Nicolás de Bari, nonché il Santuario di San Pedro Regalado, i ponti e il Palazzo Berdugo, dove Napoleone soggiornò nel 1808.
È stata nominata Città Europea del Vino nel 2020 da Recevin, la Rete delle Città Europee del Vino.

Centro storico di Aranda de Duero © Miguel Habano/iStock
Centro storico di Aranda de Duero © Miguel Habano/iStock
Una gita interessante è quella a Roa de Duero, a 20 minuti d’auto da Aranda. Qui è ospitato il Consiglio Regolatore della D.O. Ribera del Duero, motivo per cui questo è considerato uno dei luoghi chiave del territorio vinicolo e il suo centro urbano ospita qualcosa come 155 torchi e 238 cantine sotterranee.

Un’altra escursione che non potete perdervi è quella a Moradillo de Roa (Burgos), a circa 20 km da Aranda. Il municipio è stato premiato come Miglior Iniziativa Enoturistica della Spagna e Premio Patrimonio Europa Nostra. Qualcuno ne avrà già sentito parlare, visto che il suo complesso etnografico, di oltre 150 botteghe sotterranee, è stato paragonato a un villaggio di hobbit, il che lo rende una tappa obbligata per i fan della saga del Signore degli Anelli.
Roa de Duero con i suoi edifici di pietra © Juanorihuela/iStock
Roa de Duero con i suoi edifici di pietra © Juanorihuela/iStock

I vini

Tra Aranda del Duero e Roa si trovano diverse cantine che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. Tra questie Dominio de Calogía by José Manuel Pérez Ovejas, Bodegas Valduero, Bodegas Vizcarra, Bodegas La Horra o Dominio del Águila. Quest’ultima ha referenze che si avvicinano ai 100 punti Parker, come Dominio del Águila Canta a la Perdiz delle annate 2016, 2018 e 2019 o Dominio del Águila Peñas Aladas Gran Reserva 2013.

Menzione speciale per Bodegas La Horra, che vanta la certificazione Sustainable Wineries for Climate Protection, l’unica specifica in materia di sostenibilità ambientale. La cantina sta sviluppando diverse linee di ricerca, tra cui Biogerm, un progetto che mira a recuperare la biodiversità della Tinta del país nella zona di La Horra.

Dominio del Águila dispone di 30 ettari di vecchie vigne, la maggior parte delle quali coltivate con metodo biologico. Negli ultimi anni sono stati restaurati un torchio tradizionale del XVII secolo e sei cantine sotterranee del XV secolo. Qui si lavora con metodi artigianali, nel pieno rispetto della natura. Vengono utilizzati infusi di erbe, come la valeriana o l’achillea, per curare le viti e il vino non viene affinato o filtrato. L’obiettivo è quello di ottenere vini rossi puri, pregiati e biologici, con capacità di invecchiamento, ma che possono anche essere gustati al momento. 

Dove mangiare

A metà strada fra Aranda e Roa, si trova Aitana, dove lo chef Valentín González cucina le specialità della zona: abbacchio nel forno a legna e sanguinaccio. Un’altra opzione per mangiare è Cepa 21, vicino a Roa, a Castrillo de Duero. Il ristorante appartiene all’omonima cantina. La sua proposta culinaria è a cura dello chef Alberto Soto, che propone una cucina moderna attraverso due menù degustazione. Il salone gode di una splendida vista sui vigneti e la visita può essere completata con un tour enologico e con lo shopping nel negozio.


Uno dei piatti del ristorante Cepa 21 © Cara A Cara/Cepa21
Uno dei piatti del ristorante Cepa 21 © Cara A Cara/Cepa21

Peñafiel e i suoi dintorni

Ospita il Museo Provinciale del Vino e il suo castello è il monumento più rappresentativo. Il suo patrimonio culturale riflette una varietà di stili architettonici, dal romanico al barocco. Famose sono le chiese di Santa María e di San Miguel de Reoyo, nel quartiere ebraico, la plaza del Coso, i conventi di San Pablo, Santa María o Santa Clara e gli eremi del Santo Cristo del Humilladero e di San Roque del Valdobar.


Vista del castello di Peñafiel  © AndresGarciaM/iStock
Vista del castello di Peñafiel © AndresGarciaM/iStock

I vini

Intorno a questo comune si trovano cantine rappresentative come Vega Sicilia (della famiglia Álvarez) o Dominio de Pingus (dell’enologo danese Peter Sisseck). Ma ve ne sono anche molte altre interessanti come Pago de los Capellanes, Hacienda Monasterio, Ausàs Bodegas y Viñedos, Tinto Pesquera, Bodegas Arzuaga, Aalto Bodegas y Viñedos, Pago de Carraovejas, Bodegas Protos, Abadía Retuerta, Finca Villacreces o Dehesa de los Canónigos. Molti dei vini di queste cantine sono tra i più apprezzati dalla critica.

Alcune di queste cantine praticano l’agricoltura biologica e attuano pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente. È il caso dell’Hacienda Monasterio, che per mantenere l’attività biologica dei suoi terreni utilizza prodotti naturali come estratti di valeriana, iperico e achillea. Tutti i residui delle coltivazioni (sansa, scarti di potatura, stoppie...) vengono compostati insieme al letame di pecora e utilizzati come fertilizzanti.

Da parte sua, la Finca Villacreces pratica una viticoltura sostenibile nel vigneto di sua proprietà, investe in azioni di tutela e ripristino della biodiversità locale, utilizza imballaggi a basso impatto o riciclati, applica sistemi di efficienza idrica ed energetica e ha ridotto la produzione di rifiuti.

Dove mangiare: la ruta N-122 Valle del Duero

Tra Peñafiel e Valladolid troviamo la road trip gastronomica e viticola N-122 Duero Valley, così denominata in riferimento alla statunitense Route 66. In un tratto di 30 km si susseguono tre ristoranti stellati ospitati in rinomate aziende vinicole.

La prima tappa gastronomica è Ambivium, situato a Peñafiel e insignito di una Stella MICHELIN e una Stella Verde, che si inserisce nella cantina Pago de Carraovejas. Il ristorante, guidato da Cristóbal Muñoz, propone quattro menù degustazione creativi, a cui si possono abbinare vini selezionati tra 4000 referenze.

Lungo la strada per Valladolid, troviamo il secondo ristorante stellato del percorso: Taller. Immerso nei vigneti, offre una proposta contemporanea che strizza l’occhio alla selvaggina e ai prodotti dell’orto biologico di proprietà. Appartiene alla citata cantina Arzuaga, proprietà della famiglia della famosa designer Amaya Arzuaga. Il programma di attività presso le sue strutture comprende degustazioni, assaggi di vino e visite alla tenuta La Planta.

Creatività ed eleganza da Taller © Taller Arzuaga/Taller
Creatività ed eleganza da Taller © Taller Arzuaga/Taller
Infine, la terza tappa con Stella MICHELIN di questo percorso della N-122 è Refectorio, situato nella tenuta della cantina Abadía Retuerta. La proposta culinaria, curata da Marc Segarra, gioca con la creatività, la tradizione e i prodotti di stagione, del suo stesso orto e dei produttori locali. Oltre a questo spazio gastronomico, la cantina ospita uno dei migliori hotel della regione: Abadía Retuerta LeDomaine, premiato con Tre Chiavi MICHELIN. Si tratta di un’antica abbazia del XII secolo, ristrutturata come un boutique hotel, circondata da 500 ettari di vigneti. Qui è possibile passeggiare tra le viti e fare escursioni nelle vicine cantine.
L’Abadía Retuerta LeDomaine immerso nei vigneti © Abadía Retuerta LeDomaine
L’Abadía Retuerta LeDomaine immerso nei vigneti © Abadía Retuerta LeDomaine

Oltre a questo percorso, la zona offre altre alternative culinarie, come Curioso, situato a Peñafiel e guidato da Marina de la Hoz e Luis de Miguel, con un menù di mercato aggiornato. Vicino a questo comune, a Campaspero, troviamo uno dei più famosi ristoranti di carne, Mannix, specializzato in abbacchio di razza Churra, preparato in pentole di terracotta e forno a legna, e frattaglie.

Se visitate Valladolid, il capoluogo della provincia, avrete quattro opzioni: Trigo o Alquimia - Laboratorio, entrambi con una Stella MICHELIN, e i Bib Gourmand La Cocina de Manuel e Llantén.

La cucina moderna dalle radici tradizionali di Trigo © Goyo/Trigo
La cucina moderna dalle radici tradizionali di Trigo © Goyo/Trigo

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Immagine di copertina: vigneti della Ribera del Duero © Javier García/Ambivium

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