Ristoranti 1 minuto 06 agosto 2019

La Dinastia Alajmo

Le tre stelle MICHELIN conquistate nel 2002 da Massimiliano Alajmo all’età di 28 per Le Calandre di Rubano, sono un traguardo di precocità che non ha tutt’oggi eguali nel panorama dell’alta ristorazione mondiale.

Max appartiene, infatti, alla ristrettissima categoria dei fuoriclasse e la sua straordinaria capacità di “assurgere la cucina al rango d’arte” è il risultato della combinazione tra innato talento ed una filosofia famigliare nata con i genitori – il papà Erminio resta il riferimento per lo stellato La Montecchia – impostata su eccellenze, sostenibilità ambientale, inventiva, eleganza e benessere.
Colonne portanti di un particolare modus vivendi che abbraccia molteplici sfumature gastronomiche, memorie culinarie e avanguardia creativa portata avanti con impegno e passione dai due fratelli Max e Raffaele Alajmo. Contemporanei interpreti con sfere di competenza specifiche di una dinastia a cui fanno capo - oltre ai ristoranti istituzioni sopracitati - Il Calandrino, Abc Montecchia, Amo nella corte interna di un palazzo veneziano del ‘200, il Caffè Stern di Parigi e l’inedito MammaRita Lab dedicato a ricerca sviluppo. Collezione resa ancora più unica e preziosa dal trittico composto da Quadrino, Gran Caffè Quadri e ristorante Quadri (stella MICHELIN dal 2012) di Venezia. Storia, raffinatezza e fascino con finestre su Piazza San Marco e spazi di gran pregio sia storico che estetico recentemente restaurati dalla famiglia Alajmo utilizzando arredi, stoffe e tessuti dei migliori artigiani veneziani guidati da Philippe Starck e l’architetto Folin.
Ogni locale firmato Alajmo ha una precisa identità culturale accostata a ricercate impostazioni stilistiche con piatti di rara precisione e bontà a fare da denominatore comune. Tra gli esempi illustri di questo fil rouge spiccano i tagliolini all’aneto e vongole del polifunzionale Il Calandrino in località Sarmeola, la crema di polenta calda, funghi, gelato di ventresca e tartufo bianco de La Montecchia (affascinante risorsa ai piedi dei Colli Euganei con un menu basato prevalentemente sui prodotti dell’orto) e capolavori come “cappuccino di seppie al nero e risotto allo zafferano, ginepro e polvere di liquirizia” citati dagli ispettori MICHELIN a Le Calandre e serviti su “una tavola senza tovaglie in atmosfere che riflettono la giocosa essenzialità della cucina”. Che a breve troverà nuove forme espressive nel’inedito concept a Milano e nel ristorante del faraonico Royal Mansour di Marrakesh.

Altri ottimi ristoranti a Venezia oltre al Caffè Quadri…

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