In viaggio 1 minuto 06 agosto 2019

Venezia: i tesori degli orti lagunari

Gli orti nei territori anfibi attorno a Venezia sono parte della pressoché infinita collezione di gemme e segreti lagunari.

Ecosistema unico al mondo da scoprire scivolando su placide e misteriose acque prima dell’approdo accanto ai tesori agricoli di Sant’Erasmo; isola grande come la metà della Serenissima ed adibita alle coltivazioni sin dal cinquecento quando vennero assegnati i primi appezzamenti a monasteri e famiglie patrizie.
Situata tra Murano, Burano e Punta Sabbioni e patria del carciofo violetto Presidio Slow Food, Sant’Erasmo ha terreni argillosi, ben drenati e ricchi di salinità che hanno soddisfatto per secoli il fabbisogno cittadino di ortaggi, frutta ed erbe aromatiche. Oggi data l’affluenza nella calli, cardi, asparagi e le celebri castrature – il primo tenerissimo germoglio apicale del carciofo disponibile per massimo due settimane l’anno - sono prelibatezze confinate ai migliori banchi di alcuni mercati locali ed agli chef de la guida MICHELIN attenti a qualità, filiera e usanze gastronomiche.
E quella del carnoso e spinoso carciofo violetto o di Sant’Erasmo, un tempo concimato con gusci di granchi e conchiglie per correggere l’acidità del suolo, inizia quando la comunità ebraica lo introduce nella tradizione culinaria veneziana. L’irresistibile tenerezza e sapore degli artichiochi è immediata fonte d’ispirazione per cuochi ed osti che li preparano fritti in pastella, alla grega, rosolati a spicchi e poi spruzzati di limone, maritati accanto alle schie (gamberetto di laguna) ed in singoli “fondi” lessi conditi con olio, aglio e prezzemolo.
Essendo il cuore del carciofo il cicheto d’ordinanza di ogni buon bacaro, l’abbinamento ideale non può che essere un calice di vino locale. Magari anch’esso proveniente da Sant’Erasmo come il bianco biologico invecchiato cinque anni dell’imprenditore Michel Thoulouze. Titolare dell’ azienda vinicola “Orti di Venezia all’interno dell’intima e raffinata tenuta rurale. I vitigni tornano così ad affondare le proprie radici nei terreni ricchi di sedimenti dell’isola come nel 1740. Studi storici e test letterari raccontano inoltre che il vino di Sant’Erasmo, sarebbe stato tra i preferiti dal sofisticato Casanova. Uno dei tanti viaggi nel tempo nel tessuto delle meravigliose isole lagunari; scrigni d’inestimabili ricchezze culturali, artistiche, letterarie e naturalmente gastronomiche.

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