Ristoranti 2 minuti 01 febbraio 2022

Il senso campano per la cucina conquista sette nuove stelle MICHELIN

Con sette novità stellate tra cui due nuovi ristoranti con due stelle MICHELIN, le vivaci terre campane si confermano straordinaria fucina di talenti culinari, in cui l’educazione del gusto per molti aspiranti cuochi inizia durante l’infanzia con le inimitabili tradizioni casalinghe scandite da lente cotture, ricette con secoli di saggezza ed ingredienti di qualità sopraffina.

“In tutta la Campania nonne e mamme cucinano meravigliosamente bene e chi esce a cena, si aspetta di mangiare meglio che a casa. Il pubblico locale è molto esigente e per soddisfare le loro aspettative servono piatti di grande spessore” sorride Giuseppe Molaro. Il teorema dello chef di Somma Vesuviana – doppiamente felice per aver sospinto Contaminazioni Restaurant verso il primo macaron nella sua cittadina natale - è pienamente condiviso dalle altre novità campane illuminate dai riconoscimenti della Guida MICHELIN, che traslando le sensazioni in dati empirici, diventano indicatori di un’ascesa gastronomica ben superiore alla media nazionale.

La regione si trova infatti al secondo posto in Italia per numero d’insegne (49) con almeno una stella, mentre la provincia di Napoli allunga il proprio distacco come quella con il maggior numero (30) di ristoranti stellati: “Portare la prima stella MICHELIN a Nola è una grandissima soddisfazione che onora il mio impegno, nel cercare di proporre una cucina di sostanza, semplice e leggibile” spiega lo chef del Rear Restaurant, Francesco Franzese. Il trentatreenne nato a Saviano, ha estasiato la clientela con la sua personale sintesi di sapori partenopei, mescolati a suggestioni dal Sol Levante come per il capellino aglio, olio, caviale di aringa e colatura alici; peperone sbottonato e laccato con salsa teriyaki; ramen campano ispirato alla minestra maritata.


La raffinatezza e la creatività nell’interpretare con gusto ed equilibrio i tesori gastronomici regionali è una caratteristica anche di Nicola Somma: chef dell’Laqua Countryside di Vico Equense all’interno di un borgo, trasformato in resort da Cannavacciuolo. “Ritengo che in termini di passione noi meridionali abbiamo una marcia in più - riflette il cuoco originario di Gragnano – e questa attitudine positiva ed entusiasta ha ripercussioni positive anche sui piatti che riusciamo ad inventare, avvalendoci di eccezionali materie prime dal nostro territorio. A ciò si aggiunge l’apporto di grandi maestri di cucina. L’insieme di fattori converge verso i recenti traguardi ottenuti da me ed i miei colleghi, che oltre all’immensa felicità, sono un biglietto da visita bellissimo per la Campania”.

©Laqua Countryside
©Laqua Countryside

Dalle scogliere sorrentine il Grand Tour gastronomico alla corte dei nuovi stellati della Guida MICHELIN, può proseguire in direzione Positano presso il ristorante Li Galli - chef Savio Perna - ubicato nelle contemporanee atmosfere del panoramico albergo Villa Franca, oppure nel cuore di Napoli con la sosta al ristorante Aria. L’insegna neo stellata si trova a pochi passi dal Chiostro di Santa Chiara e seppur siciliano di nascita, lo chef Paolo Barrale si sente completamente a suo agio nel vivace fermento multiculturale, che contraddistingue il centro storico partenopeo: “Napoli è una città che accoglie tutti e per me è diventata una seconda casa. I popoli del sud Mediterraneo sono spesso molto simili tra loro e per quasi tutti, la tavola è il luogo dove tutto si gestisce. Il buon mangiare evoca poi la continuità dello stare bene, lenisce il cuore e riporta ai luoghi amorevoli dell’infanzia. Questi territori hanno inoltre una joie de vivre unica che dallo street food all’alta cucina, viene trasferita anche nel cibo”.

Lasciato l’oro culinario di Napoli, gli inediti itinerari palatali conducono obbligatoriamente all’area archeologica dei templi ellenici a sud di Salerno - dove il ristorante Tre Olivi di Paestum guidato dallo chef Giovanni Solofra passerà agli annali per essere riuscito a conquistare due stelle MICHELIN in un colpo solo - e quindi negli arcaici paesaggi attorno a Telese Terme. “Una zona splendida ma in perenne bassa stagione" – scherza il riflessivo e brillante Giuseppe Iannotti che attraverso dedizione, studio e pensiero libero, ha creato la colta identità culinaria del Kresios; un due stelle MICHELIN dall’innata profondità narrativa ed indissolubilmente legato al rispetto degli ecosistemi circostanti, che vi racconteremo più nel dettaglio nell’articolo dedicato ai nuovi bi-stellati campani.

©Francesco Scipioni - Tre Olivi
©Francesco Scipioni - Tre Olivi

Hero image ©Factory Agency Contaminazioni Restaurant


Ti potrebbe anche interessare

Guida MICHELIN Italia 2022 – le nuove stelle!

Ristoranti

Continua ad esplorare - Articoli che potrebbero piacerti