News 1 minuto 31 gennaio 2020

Sosta gourmet in un insolito Locale

Nell’antico quartiere nobile della città, in un palazzo dalla storia antichissima e unica, legata a doppio filo con la grandezza politica della Firenze medicea, un ristorante dal nome schietto: Locale!

È come se – nella semplicità dell’insegna – si volesse pareggiare i conti con un ambiente che indugia, invece, in spazi opulenti e scenografici, dove l’ingresso a sorpresa in un wine-bar con giardino verticale e soffitto apribile introduce alle sale: elegante mix d’inserimenti d'arte contemporanea e memorie cinquecentesche, quando ai tempi l’indirizzo era la residenza del Giureconsulto di Cosimo I.
Per gli ospiti più curiosi, l’invito è a visitare il sottosuolo, dove si trovano le stanze di un preesistente palazzo duecentesco prima che il livello stradale venisse sollevato, perché Locale è prima di tutto una sorta di museo, utilizzato oggi anche per eventi privati, dove sono stati rinvenuti una cucina (forse già un presagio?) e una lavanderia medioevali, una parete di origini etrusche e una cantina ricavata in uno spazio probabilmente di origini romane.

In tutto ciò la proposta gastronomica del cuoco romano potrebbe sembrare un pretesto ed un contorno, ma non lo è.

Gianluca Renzi, classe 1989, è sicuramente una figura già nota nel panorama della ristorazione italiana; per dieci anni, braccio destro di Heinz Beck – prima come chef de partie presso La Pergola, in seguito come executive chef al Ristorante Castello di Fighine - è nella città del Giglio che, ancora una volta, il giovane dà prova di grande maturità nel proporre piatti creativi che giocano sui contrasti, ricchi di un vocabolario gastronomico nazionale ed estero (anche per accontentare una clientela molto eterogenea e in buona parte straniera).
Un esempio? “Ravioli d'anatra”.
Piatto sostanzialmente più complesso di quanto non s’immagini, al centro troneggia una spuma di patate, intorno i ravioli a forma sferica e farciti di anatra stufata, appena scottati, sopra dei cardoncelli saltati.

Ancora una volta, la semplicità è solo un’apparenza!

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