Ristoranti 1 minuto 26 novembre 2020

La commovente riconquista delle due stelle MICHELIN di Matteo Metullio

Il ritorno in patria del figliol prodigo Matteo Metullio, ha regalato a Trieste la prima insegna due stelle MICHELIN della storia cittadina ed alla notizia appresa in diretta del prestigioso riconoscimento già ottenuto in Val Badia nel 2017, le irrefrenabili lacrime di gioia del giovane chef hanno commosso ed emozionato pubblico, colleghi e addetti ai lavori.

Se la prima stella non si scorda mai, la riconquista del doppio macaron assegnato all’Harry’s Piccolo dalla Guida MICHELIN 2021 ha certamente contribuito a svelare il lato più umano, spontaneo e sincero dello chef triestino che durante la cerimonia di presentazione - con occhi lucidi e parole a singhiozzo - ha raccontato quanto sofferta sia stata la scelta di abbandonare la cucina dell’ex bi-stellato la Siriola. «Interrompere il bellissimo rapporto professionale con Stefan e Wilma Wieser è stato davvero doloroso ma in cuor mio, era giunto il momento di fare il papà e queste lacrime sono innanzitutto per la mia famiglia” ha dichiarato Metullio prima di approfondire gli aspetti più nobili della nuova avventura nel cuore storico del suo luogo natale: «Mi ritengo un privilegiato perché nonostante il momento difficile, i titolari dell’Harry’s Piccolo investono sul progetto e si occupano del benessere del personale – cosa non affatto scontata – e questo ci permette di lavorare meglio e con più calma e concentrazione».

La rinnovata serenità d’animo del poter trascorrere più tempo con la moglie Elena ed il figlio Nicolò, ha acuito motivazioni, lucidità e vigore di Metullio; chef dal talento purissimo che attraverso creatività e competenza da vendere - e sempre affiancato da Davide De Pra tanto da puntualizzare che «questa stella è anche sua» - ha saputo elevare il già storico ed affascinante Harry’s Piccolo ad imperdibile destinazioni culinaria della nostra penisola.

In termini di location, ma anche di aderenza con una mentalità aperta ed incline ad assorbire le influenze esterne, Metullio non poteva scegliere location migliore (la bellissima piazza Unità d’Italia) per celebrare la ricerca senza limiti geografici espressa da una cucina definita “straordinaria” dalla Guida MICHELIN e servita al cospetto delle contaminazioni architettoniche e culturali che caratterizzano Trieste: crocevia di scambi dalle atmosfere imperiali e primo porto dell’Adriatico settentrionale il cui sguardo rivolto alle diversità del mondo rispecchia l’armonica e originale sintesi delle proposte messe in evidenzia dagli ispettori MICHELIN come lumache, storione affumicato, aglio dolce, frisella, prezzemolo, cocco e curry.
La padronanza del linguaggio culinario con cui Metullio si esprime denota una sopraffina educazione al gusto, oltre che conoscenza dei prodotti ed innata sensibilità negli accostamenti grazie ad un palato particolarmente evoluto e sensibile: «E’ un grande onore e privilegio aver raggiunto nuovamente questo traguardo ed aver portato le due stelle MICHELIN nella mia città – prosegue Metullio – al tempo stesso in un mestiere cosi duro e difficile dov’è considerato del tutto normale lavorare più di dodici ore al giorno, la mia più grande conquista all’Harry’s Piccolo è riuscire a conciliare gli impegni professionali con quelli personali e ciò mi permette di lavorare con più tranquillità ed energia». La qualità delle scelte di Matteo Metullio, che ama definire la sua cucina «a chilometro vero», risultano particolarmente chiare e centrate nell’entusiasmante sequenza di piatti interpreti del territorio, del mare, dell’orto di stagione fino ai sapori del lontano est e capaci di evocare, ad ogni morso, il levante e l’estremo Oriente, le rigorose tradizioni della Mitteleuropa ed i tondi e colorati sapori del sud Italia. Con la leggerezza e maestria dei grandi chef.


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