News 2 minuti 04 maggio 2022

Nuovi ristoranti nella Guida MICHELIN: Bolle, Terramira, Osteria della Trippa, Aprudia

Bolle, Terramira, Osteria della Trippa, Aprudia entrano a far parte della Guida MICHELIN Italia, ma non sono gli unici!

Bolle, Lallio (BG)
L’obiettivo di questa nuova avventura imprenditoriale è sperimentare e fare evolvere il concetto di cucina gourmet grazie all’ausilio delle tecniche e degli strumenti di cottura più appropriati, non tralasciando l’attenzione verso la materia prima, legata principalmente al territorio” dichiara Angelo Agnelli, proprietario di questo raffinato ristorante a meno di 10 km dalla città del Colleoni.

La linea gastronomica di Bolle riprende un concetto di cucina di alta qualità e precisione, che esprime appieno l’originale personalità del giovane chef Marco Stagi, i cui piatti diventano pretesto per suscitare emozioni, ricordi e sensazioni. La ricerca delle materie prime utilizzate passa – in primis - attraverso artigiani locali: ingredienti d’indiscussa qualità che vengono lavorati con strumenti e tecniche adeguate e complementari all’utilizzo di modalità di cottura innovative ed altre più antiche. Vivamente consigliato il Risotto al Pomo d'Oro, signature dish dello chef: la particolarità sta nella cottura del cereale in acqua di pomodoro (ottenuta con lento e laborioso procedimento), condito poi con gel, chutney e crema di pomodoro datterino… Il tutto servito in un tegame dall’interno dorato.

Sala ©Bolle
Sala ©Bolle
Risotto Pomo D'Oro ©Bolle
Risotto Pomo D'Oro ©Bolle

Terramira, Capolona (AR)
Nel Casentino, tra le mura del centro storico di Capolona, Terramira è una dimora antica sapientemente ristrutturata secondo un concept moderno e con un suggestivo affaccio sul fiume Arno. Se siete alla ricerca di una cucina che valorizza le eccellenze del territorio questo è l’indirizzo da annotarvi in agenda: dalla carne chianina alla cacciagione, dal pesce di fiume alle erbe di campagna, elaborate nel rispetto della tradizione ma con un tocco moderno e innovativo a firma dello chef-patron Filippo Scapecchi.

Tre i menu degustazione: Terra o Acqua, da 7 portate ciascuno, con una selezione di piatti a base di carne o pesce a seconda del percorso prescelto, e Vegetale, anch’esso di 7 portate, con specialità che attingono a questo delicato universo.
Ultima solo per elencazione è la cantina a vista, dove riposa un’ampia scelta di etichette nazionali ed estere: qui entra in scena Lorenzo (fratello di Filippo e coproprietario del locale) al quale affidarvi per effettuare il miglior wine-pairing. I numerosi riconoscimenti ottenuti sono la garanzia di esser in buone mani. Non ci resta, quindi, che alzare i calici e brindare, nunc est bibendum!

Sala ©Terramira
Sala ©Terramira
Piatto ©Terramira
Piatto ©Terramira

Osteria della Trippa, Roma (RM)
Il locale ha lo stile inconfondibile delle vecchie osterie romane: tavoli in legno, sedie thonet originali, un servizio caldo e informale. Un’osteria con una cucina semplice e tradizionale focalizzata sulla ricerca di ricette ed ingredienti legati alla tradizione locale in primis, ma anche piatti di altre regioni. E se è vero che il nome è presagio, qui si propongono ben cinque varianti di trippa.

Si parte poi per un iperbolico viaggio in Francia (Paese particolarmente amato dalla chef-titolare Alessandra Ruggeri) per quanto riguarda i dessert, di cui il Far Breton è un valido ambasciatore. La selezione enoica si avvale di piccole realtà locali e privilegia le etichette laziali, in totale un centinaio di referenze ed un unico champagne. Ecco che l’Hexagone fa nuovamente capolino in questa vera osteria di quartiere dalla simpatica e calorosa accoglienza. Bon appétit!


Sala ©Osteria della Trippa
Sala ©Osteria della Trippa
Far Breton ©Osteria della Trippa
Far Breton ©Osteria della Trippa

Aprudia, Giulianova (TE)
Uno chef giramondo – Enzo Di Pasquale - si ferma a Giulianova in un locale dagli ambienti antichi che creano un piacevole contrasto con gli arredi moderni; la caratteristica principale del ristorante è infatti l'utilizzo di materiali diversi in tutta la composizione: dai tavoli in legno-cemento-marmo, alle sedute create nello specifico per ogni situazione, luci e ambientazione su misura.

La linea gastronomica di Aprudia è decisamente stagionale e la cucina propone solo un menu degustazione da 5 o 7 portate, senza una suddivisione tra antipasti, primi, secondi e dessert, anche se l’ospite può decidere il percorso da fare su una lista di circa 16 portate. Cucina equilibrata, attenta alla salubrità del prodotto e rispetto delle materie prime sono i presupposti per una sosta gourmet ad alto tasso di piacevolezza. Il piatto che più rappresenta chef Di Pasquale? Cappelletti con farcia d’anatra e bufala, brodo di capesante, anguria e agnello (unica specialità sempre presente in carta). E il piatto che lui stesso consiglierebbe a un amico? Hachis di agnello, pomodoro conserva, begonia e velo di soffritto.

Sala ©Aprudia
Sala ©Aprudia
Piatto ©Aprudia
Piatto ©Aprudia

Entrano, inoltre, a far parte della selezione Guida MICHELIN Italia i seguenti ristoranti:

I 5 Sensi - Cuneo
Il Narciso – Carrara
Tamo - Spoltore
Tuorlo - Torino
Forma - Civitavecchia
SOMS - Pescara
Grual - Pinzolo
/gu.stà.re/ oltrecucina - Borgomanero


Hero image: Riquadro affumicato al mirto piccione fondente limone nero ©Bolle

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