Ristoranti 2 minuti 09 dicembre 2020

Ritorni stellati della Guida MICHELIN 2021

Se la prima stella non si scorda mai, riconquistare l’ambito riconoscimento può rivelarsi altrettanto emozionante e nella Guida MICHELIN 2021 ci sono otto chef capaci di ottenere il macaron per la seconda volta, o più, in carriera.

Uno dei casi di studio più illustri sul tema è sicuramente Peter Brunel; spirito libero con grande sensibilità estetica che nel nuovo e omonimo ristorante ad Arco di Trento, ha ricevuto la terza stella MICHELIN del suo percorso professionale. Nei luminosi ambienti dell’insegna gestita assieme a Christian Rainer (premio Servizio di sala Michelin 2021) Brunel ha ribadito le sue capacità di chef artista utilizzando – precisano gli ispettori - eccellenti ingredienti per piatti fotogenici, gustosi e qua e là contaminati dal ricordo di viaggi internazionali. Di analogo pregio all’esperienza in tavola, è l’armonia tra arredi, vetrate e oggetti di design con alcuni esemplari progettati dallo stesso Peter.

Dalle sponde settentrionali del Garda, le strade regionali del ritorno alla gloria si diramano verso il Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto), dove al Senso Alfio Ghezzi il bravissimo cuoco presenta due menù degustazioni con alcune delle proposte legate alla mostra in corso. La Guida MICHELIN mette in evidenza anche la distintiva semplicità con gusto dello chef: abile nel celebrare il luogo d’origine ed il territorio circostante attraverso piatti come carboncelli, il loro estratto, erbe di montagna, polline e nocciole.
Il tris delle riconquiste stellate del Trentino-Alto Adige raggiunge il culmine paesaggistico a Castel Fragsburg; destinazione a dir poco idilliaca affacciata su vigne e vette in cui lo chef della vicina Val Sarentino Hegon Heiss ha impreziosito i magici panorami del ristorante Prezioso con bella tecnica ed un menu che mette in mostra tutto l’amore per il Sudtrirol. Per un surplus di memorie, una volta terminata la cena, le poche camere dell’hotel offrono un lussuoso pernottamento tra natura e silenzio nelle vicinanze di Merano.

Invertita la rotta con destinazione Campania, il piacere della cucina stellata MICHELIN a due passi dal proprio ritiro notturno prosegue al Relais Blu di Termini: boutique hotel e ristorante con terrazza su Capri, Ischia, Procida e Vesuvio. Tutto a specchiarsi nel Golfo di Napoli, mentre lo chef Alberto Annarumma pesca nella straordinarie tradizioni di prodotti e ricette regionali rivedendole con creatività. Il viaggio nel profondo del mare (pesce crudo marinato e salato) e gli spaghetti di Gragnano con vongole veraci, calamaretti a spillo agli agrumi e coulis di caponata sono invece i piatti citati dagli ispettori MICHELIN nel vicino ristorante Lorelei di Sorrento. Esempi, secondo gli ispettori, di quella linearità, morbidezza e precisione che caratterizza l’approccio culinario del giovane Ciro Sicignano; chef abile e caparbio nel mettere nuovamente in luce il suo talento con sapori schietti, al cospetto di magnifici tramonti sulla penisola. Il terzo ed ultimo ristorante campano della rassegna è Il Re Santi e Leoni di Nola e nel locale ubicato in un palazzo ottocentesco del centro storico, la cucina a vista metta in risalto la finezza ai fornelli di Luigi Salomone. Chef già apprezzato per il lavoro svolto a Piazzetta Milù e che adesso “dà il meglio di sé a pochi chilometri dalla sua città natale” recita la guida rossa.

Come vicino ai luoghi dell’infanzia si è concretizzata la seconda stella in carriera per Felice Sgarra; chef di Adria che ha saputo elevare lo status gastronomico del ristorante Casa Sgarra situato a venti minuti di cammini dal pittoresco porto di Trani, con una grande cucina a base di materie prime di provenienza quasi esclusivamente pugliese tra cui la burrata, ricotta, tartufi, farine di grano arso, ceci neri della Murgia e mandorle di Toritto messe in evidenza dalle note degli ispettori.
Il giro d’Italia nei ritorni stellati MICHELIN si conclude nell’affascinante contesto langarolo di Borgo Sant’Anna. La mano ai fornelli, quella di Pasquale Laera, è sempre di origini pugliesi ma l’amore dello chef nei confronti del Piemonte e le sue tradizioni gastronomiche, acuitasi dopo i trascorsi professionali da Cannavacciuolo a Villa Crespi ed al Boscareto (dove ha conquistato il primo macaron nel 2014) è tangibile sia nel personale stile delle proposte in carta, che nella location scelta per il suo ristorante di Monforte attorniato dai vigneti.


                                                              Casa Sgarra, Trani


                    Senso Alfio Ghezzi Mart, Rovereto

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