Ristoranti 1 minuto 20 novembre 2019

Guida MICHELIN Italia 2020 - Emilia Romagna: nuove stelle

Le due nuove stelle de la Guida MICHELIN Italia 2020 in Emilia Romagna - Da Gorini e Iacobucci - raccontano la storia d'imprese familiari costruite su sacrificio, coesione ed un lucido approccio alla ristorazione contemporanea.

«La mia cucina è innanzitutto genuina ed ispirata agli usi e costumi della valle del Savio - terra ricca di pastori, allevatori, cacciagione, erbe selvatiche, funghi e ingredienti del sottobosco - ma a suo modo, la definirei anche un po’ futurista» sorride lo chef patron Gianluca Gorini. Talento originario di Pesaro, ma trapiantato in Romagna che due anni fa ha aperto il ristorante assieme alla compagna: «Il nostro primo obbiettivo è stato creare una realtà stabile, e poi, non posso negarlo, lavorare per questo importante riconoscimento. Ricevere la stella MICHELIN è motivo di grandissima soddisfazione ed un diretto risultato della professionalità e dell’onestà intellettuale con cui ci siamo approcciati all’azienda» Dove le grandi materie del territorio vengono sapientemente valorizzate dalla “grammatica moderna” di Gorini. Il quale considera «un dovere morale» sostenere economia e cultura gastronomica dei luoghi attorno al ristorante: «Ho fornitori che mi garantiscono prodotti freschissimi consegnati in tempi brevi. In questo modo supportiamo le realtà locali abbattendo l’impatto ambientale del trasporto. Dal mio punto di vista la sostenibilità è indispensabile. I social network meno. Sono presente ma per fortuna ho da lavorare».


Acume culinario e coraggio imprenditoriale sono qualità indiscusse anche di Agostino Iacobucci. Chef nato a Castellammare di Stabia che nella sua elegante insegna all’interno di una sontuosa villa cinquecentesca appena fuori Bologna, propone “una felicissima sintesi” di cucina partenopea ed emiliana: «Tra i piatti simbolo del mio approccio c’è il tortello di pasta tirata a mano ripieno di ragù napoletano servito con spuma di parmigiano, pomodoro e basilico» racconta un emozionato e soddisfatto Iacobucci: «Abbiamo aperto appena sette mesi fa, la stella MICHELIN è stata una sorpresa. Questo è un progetto a cui tengo molto perché è molto familiare. Lo gestisco con mogli e figli; l’ho aperto anche per il loro futuro». Se il buongiorno di vede dal mattino il ristorante Iacobucci di Castel Maggiore – dove il servizio si svolge nell’elegante sala da nove tavoli con lampadari di Murano e soffitti affrescati – non potrà che affermarsi tra le grandi destinazioni regionali: «C’impegniamo al massimo per valorizzare l’esperienza da ogni punto di vista; ci piace stupire i nostri commensali con prodotti di eccellenza reperiti appositamente per noi dai nostri fornitori – i miei angeli custodi - e trasformarli in piatti di alto livello».

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