Anni di dura, ma illuminante gavetta al tri-stellato londinese Le Gavroche condividendo spazi, crescita e ambizioni con Gordon Ramsey: altra icona della ristorazione abile nel ritagliarsi un rilevante ruolo nella cultura popolare o, appunto, pop. Aggettivo con cui Oldani definisce la sua cucina nata dall’incontro tra essenzialità ed estetica e spesso incentrata nell’armonizzare ed equilibrare i contrasti e gli opposti come da “cotto-crudo, morbido-croccante, dolce-salato; asparago. Manzo cotto in c’era d’api, spugnola e marmellata di cipolle”. Proposte che hanno particolarmente colpito gli ispettori MICHELIN, i quali lodano lo chef milanese anche per la perseveranza “degli slanci innovativi nel difficile compito di contenere nella stessa formula qualità, cibo e prezzi.”
Altrettanta cura è riposta nel servizio e nel design degli interni firmati dall’architetto Pietro Lissoni. Il nuovo D’O ha veranda, soggiorno, tinello ed ampie vetrate a filo con vista olmo e piazza di San Pietro – frazione di Cornaredo famosa per l’albero ed inserita nella mappe gourmand da Oldani – che irradiano di luce naturale un ambiente elegante e minimal seppur accogliente. Linee rigorose, installazioni d’arte, tavoli alti per facilitare la digestione ed il passepartout (cucchiaio-forchetta creato da Oldani stesso) con cui assaggiare le varie creazioni dei leggeri e gustosi percorsi, sono tratti distintivi dell’indirizzo. Medesimo discorso per l’attenzione nei confronti della sostenibilità – rimarcata da 10 pillole di filosofia Pop - ed al benessere di ambiente e clienti. Non a caso, sempre più attenzione è rivolta al mondo vegetale come da pomodoro in varie tecniche e consistenze accompagnato da uova di trota ed il riso con semi tostati, profumo di caffè e composta di mirtilli.
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