Un soffio di immortalità accarezza questo ristorante, quello della grande cucina piemontese, che qui trova una delle sue migliori espressioni nelle mani della famiglia Cordero. Elide in cucina, il marito Enrico e il bravissimo figlio Giampiero in sala − grande conoscitore di vini che si occupa di una straordinaria cantina in continua crescita − tengono alta la bandiera di un ristorante preso in gestione dai nonni di Giampiero nel 1956. Con sempre maggiore bravura sfornano una cucina tradizionale, ricca di sostanza e sapori, che si verrebbe qui a mangiare tutti i giorni, senza mai stancarsi, come i leggendari peperoni in agrodolce, gli agnolotti del plin e la finanziera, mentre in estate si alleggerisce un po' l'offerta anche con qualche piatto di mare. Ogni anno, dopo la riapertura di gennaio e fino a primavera inoltrata, la proposta si limita al leggendario fritto misto: una carrellata di 12 portate dal salato al dolce (prenotare un tavolo diventa ancora più difficile!). A pochi passi dal ristorante si trovano le eleganti camere della Dimora Cordero.